Verso la fine del 1958, mentre J.F.
Kennedy iniziava la sua
campagna nelle elezioni primarie per cercare i delegati sufficienti ad
ottenere, alla Convenzione del Partito Democratico, la
"nomination" come candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, io
mi trovavo a New York, dove svolgevo ricerca scientifica in un ambiente
prestigioso e molto fecondo. I miei amici e colleghi erano in gran parte di
cultura ebraica, mentre l'ambiente esterno era naturalmente di cultura
protestante, perciò l'unico contatto con il mondo cattolico rimaneva
quello, in gran parte ispano-americano, di quando frequentavo la Santa Messa
domenicale alla 96a Strada e Lexington Avenue.
L'apparire di Kennedy all'orizzonte politico come possibile Presidente degli
Stati Uniti sembrava capace di far sorgere dal fondo dell'anima dei miei
amici e conoscenti solo paure, angosce e talvolta perfino odio e tutto
questo solo a causa del fatto che Kennedy era irlandese e
quindi...cattolico.
A quel tempo nell'ambiente di lavoro ero l'unico "cattolico" a
portata di mano, se si escludeva qualche portoricano addetto alle pulizie, e
io avevo l'impressione di essere l'unico cattolico nel raggio di alcune
miglia.
Ho potuto così venire a contatto con una visione, o un'impressione, del
cattolicesimo che mi era completamente nuova e - provenendo dall'Umbria
tradizionalmente "rossa" - certamente estranea alla mia cultura
cattolica.
I "cattolici" facevano paura perché venivano descritti come un
blocco "monolitico"; il Papa era quindi il capo indiscusso ed
indiscutibile di una armata compatta che, avanzando a testuggine, avrebbe
tolto all'America la sua gloriosa libertà. L'aggettivo più comunemente
attribuito ai cattolici americani era: "fanatici".
Per me che avevo goduto dell'esperienza perugina della FUCI, la storia del
pericolo "bianco-giallo" del Vaticano mi appariva non solo irreale
e antascientifica, ma più che altro appartenente al reame del comico e mi
sforzavo di farlo intendere ai miei colleghi, purtroppo con scarsi
risultati.
Più capace e fortunato di me fu certamente J.F K. che riuscì addirittura a
farsi votare da quasi tutti costoro, che poi ho visto addirittura piangere
lacrime amare il tragico giorno del suo assassinio.
Sono passati tanti anni da allora, tuttavia ho sempre ricordato questa
strana esperienza, anche l'immagine di un cattolicesimo "blocco
monolitico" è
certamente più aderente all'angoscia di un incubo notturno protestante che
ad una realtà ecclesiale esistente. I cattolici, infatti, sono così
lontani - e io dico: purtroppo - da questa immagine, che non solo si
presentano molto più variegati di quanto non siano i membri di una
qualsiasi confessione protestante, ma malgrado tutta la sofferta e paziente
comprensione pastorale esercitata dalla Chiesa di Roma, in talune correnti e
situazioni, non solo, in realtà, non sono "cattolici", ma forse
non sono più nemmeno "cristiani".
Tutto questo non fa che rendere più urgente la rievangelizzazione della
massa dei "battezzati" che costituiscono il popolo cristiano.
2) Gli influssi culturali anticristiani e il perché di questo tentativo
di comunicazione.
In anni recenti una grande quantità di influssi, in gran parte provenienti
dall'oriente, si sono velenosamente infiltrati nel tessuto culturale dei
cristiani europei, favoriti senza dubbio -anche in campo protestante- da una
notevole evaporazione della fede e si sono attestati su posizioni più
diffuse di quanto generalmente non si creda, o non ci si renda conto.
Sotto l'effetto del "New Age Movement" si riaffacciano antiche
eresie che nei primi secoli lacerarono la Chiesa; mi riferisco per esempio
allo gnosticismo
o addirittura al Nestorianesimo, o al Pelagianismo, per non parlare poi di
filosofie che sono completamente aliene al Cristianesimo, ma di moda, come
la "reincarnazone".
Da questa situazione è nata l'idea di far nascere questa rivista per
stabilire un punto di comunicazione; una rivista diversa, una rivista che
ponga interrogativi e che cerchi risposte; soprattutto che cerchi di
rispondere a tutti coloro che, prestando la loro opera nel campo della
evangelizzazione, incontrano questi interrogativi e sentono la necessità di
dare risposte chiare, serie, semplici ed efficaci. Risposte accessibili ad
un vasto pubblico, ma, quando sarà necessario, solidamente scientifiche,
per poter uscire dalle nebbie approssimative del sentito dire e del magico.
Una tendenza assai diffusa è infatti quella di ricoprire il troppo evidente
magico con una frase sciocca e superficiale: "Forse ancora la scienza
non riesce a spiegarlo, perché la scienza non spiega tutto ".
Dalla necessità di questa informazione è nata l'idea di costituire una
associazione che raccolga tutti coloro che saranno interessati non solo a
conoscere, ma anche a raccogliere notizie, fatti, articoli, libri da
segnalare, insomma una cooperazione di sforzi, di notizie, di articoli e
comunicazioni, di cui la rivista poi diverrà il centro di incontro comune e
di smistamento.
Questo articolo quindi servirà a far sorgere alcuni interrogativi a cui in
seguito vorremo dare esaurienti risposte.
3) Comprendere il "New Age Movement" per dare una risposta
cristiana alla sua sfida.
Si sente parlare del "New Age",
dei suoi pericoli e del suo successo, ma prima di tutto è necessario capire
che cosa sia veramente il "New Age", dove arrivi la sua influenza,
quale sia stata la sua origine e come si presenti o sotto quale veste si
nasconda.
Il "New Age" ha origini recenti. La sua nascita viene comunemente
fatta risalire all'inizio degli anni '60, quando in una fattoria
californiana nei pressi di Esalen astrologi e appassionati di occultismo
erano soliti radunarsi sotto la guida del fondatore, il santone Mikael
MacMurphy. Una comunità analoga a questa sorgeva anche in Scozia, a Findhom.
In questi luoghi gli iniziati all'occultismo e larghe schiere di giovani che
in quegli anni condividevano le esperienze - considerate
"liberanti"- delle droghe leggere, degli allucinogeni, della
rivoluzione studentesca e delle "comuni", sperimentavano lo
spiritismo con le tecniche medianiche classiche e con nuove forme, subito
battezzate con nomi nuovi e bizzarri.
Ad Esalen regnava un clima euforico : gli astrologi confermavano che il
mondo era orientato verso il passaggio ad una "Nuova Era": che
definivano "l'era della costellazione dell' Acquario", che avrebbe
dovuto prendere il posto dell'era della costellazione dei Pesci. In questo
contesto astrologico e magico le religioni tradizionali venivano considerate
"vecchie" e le nuove forme di conoscenza suscitavano grande
entusiasmo.
Questa è la storia elementare dell'inizio del "New Age", ma non
è sufficiente per capire il fenomeno, la cui comprensione non è proprio
facile, perché non si presenta come un fatto logicamente afferrabile e
circoscrivibile, ma come un insieme di fatti, teorie, organizzazioni, sette
e movimenti, che investono vaste aree della cultura contemporanea; è
necessario perciò, prima di tutto, inquadrare bene il problema dal punto di
vista del suo pensiero di fondo.
Il Prof. Massimo Introvigne, esperto di sette e nuovi movimenti
"religiosi", ha preparato un interessantissimo modello di
classificazione e tipologia che distribuisce questi nuovi movimenti secondo
il loro grado di distacco dalla specifica visione del mondo propria della
Chiesa Cattolica, distinguendo quattro fasi:
ð una prima fase, in cui, da parte dei gruppi della cosiddetta
"riforma radicale", viene rifiutata la nozione di Chiesa, secondo
la formula: "Cristo si, Chiesa no". Questo rifiuto è all'origine
di diverse confessioni "di origine cristiana", dove la rottura è
insieme ecclesiologica e teologica.
ð una seconda fase, in cui viene rifiutato il ruolo unico di Gesù Cristo
come Salvatore, secondo la formula: "Dio si, Cristo no". Questo
rifiuto contemporaneo alla riscoperta delle religioni orientali ed al
movimento "orientalista", nato all'epoca della Rivoluzione
francese, è alle origini dell'attuale diffusione di nuovi culti di origine
orientale in Occidente;
ð una terza fase, in cui non ci si accontenta di rifiutare Gesù Cristo, ma
si toglie un altro elemento e si rifiuta anche Dio, secondo la formula:
"religione si, Dio no". Questa fase propone una paradossale ma
diffusa "religiosità senza Dio", dove Dio, quando non viene
negato, viene ridotto a un ruolo periferico e poco in5uente. Questa fase si
manifesta tipicamente nel movimento del potenziale umano, che culmina nella
Scientologia;
ð una quarta fase, in cui si rifiuta anche lo stesso senso religioso,
secondo la formula: "sacro si, religione no". Da questo rifiuto
nascono forme di rapporto con il sacro diverse dalla religione, come la
"magia", fase a cui corrisponde il successo contemporaneo dei
nuovi movimenti magici.
"Questa proposta tipologica - continua il Prof. Introvigne -
identifica,
naturalmente, fasi storiche, che non si manifestano con la nascita soltanto
di nuovi movimenti religiosi, ma anche di ideologie non religiose. Così la
prima fase -"Cristo si, Chiesa no"- si manifesta anche con il
legismo e l'assolutismo, che negano alla Chiesa un qualunque ruolo, delle
vicende della società. La seconda fase -"Dio si, Cristo no"- si
manifesta sul piano ideologico nell'illuminismo e nel laicismo, che
trionfano con la Rivoluzione francese e che non sono incompatibili con una
vaga spiritualità deista, la quale afferma di credere in Dio, ma non sa
spiegare di quale Dio si tratti. La terza fase -"religione si, Dio
no"-, che si esprime nelle curiose "religioni senza Dio"
moderne, ha il suo corrispettivo sul piano ideologico nelle grandi ideologie
atee degli ultimi due secoli, soprattutto nel marxismo, dove, naturalmente,
non mancano un amato "religioso" e una sorta di culto filosofico
della materia in evoluzione- Il "New Age" appartiene, secondo lo
schema che ho proposto, alla quarta fase di questo processo di progressivo
allontanamento dalla verità cattolica, la cui formula è "sacro si,
religione no".
In questo vasto e multiforme movimento che va sotto il nome di "New Age"
il Cristianesimo è messo quindi in condizione di sparire dolcemente, senza
persecuzione, perché il concetto di "religione" viene via via
sostituito con un vago concetto di "spiritualità".
In senso religioso, così come tradizionalmente le grandi religioni lo
intendono, viene rifiutato e sostituito dalla magia e dallo sciamanismo, che
vengono considerate vie più semplici e dirette - perché prive degli
intermediari classici costituiti dai sacerdoti e dai ministri del culto in
genere.
Nello schema indicato ogni tappa rappresenta un successivo passo di
allontanamento dalla verità della fede cattolica, rispetto alla fase
precedente. In ogni fase poi viene anche sviluppata una critica alla fase
precedente: questa critica, che contiene anche elementi di verità, viene
però formulata come una tappa di ulteriore allontanamento dalla verità
cristiana e quindi il risultato è ancora più pericoloso. Per esempio il
marxismo, dal punto di vista cristiano, non ha tutti i torti quando critica
certi aspetti del liberalismo economico, ma la critica è in vista di una
realtà ideologica e politica ancora più lontana dalla verità della Chiesa
Cattolica di quanto non sia il liberalismo economico -
Cercheremo quindi di mettere in luce il fascino ed i pericoli aperti o
nascosti di questa moda, per molti aspetti veramente "demoniaca",
che si è abbattuta sugli uomini di questo secolo e che continua a
svilupparsi in forme via via cangianti. Non c'è da stupirsi di questa
definizione, perché non sono il primo, e il mio illustre precursore è
nientedimeno che il card. Francis Arinze, il quale al Sinodo straordinario
del 1991 ha affermato nella relazione finale che: ".... non dovremmo
escludere, ~a le spiegazioni del sorgere e della diffusione di sette o nuovi
movimenti religiosi, l'azione del diavolo".
Combattere quindi il "New Age" non e facile perché più che fare
la guerra bisognerebbe saper condurre la guerriglia. Da qui nasce la
necessità di istruirsi bene su questo nemico per poi batterlo con lo
strumento della "Nuova Evangelizzazone" voluto dal Papa.
Quanto segue intende sottolineare alcuni aspetti del "New Age" su
cui è necessario riflettere.
4) "New Age" e Cristianesimo non sono compatibili.
Come ha notato bene il card. Godfried Danneels, arcivescovo di
Malines-Bruxelles, nella lettera pastorale "Le Christ ou le Verseau",
del Natale 1990, il "New Age" sostituisce la nozione cattolica di
fede con un vago "credere" che "è soltanto una forma di
esperienza di sè". Per la dottrina cattolica la fede e un atto libero,
che implica una relazione con il Dio che si rivela. Il "New Age",
invece, si agita nella prigione dorata dell'io, senza essere capace di
uscire da un esasperato soggettivismo; il suo accesso a quello che chiama
"Dio"
avviene o attraverso l'esperienza o attraverso la conoscenza, tramite varie
tecniche e sistemi di
meditazione, in genere tratti dalle spiritualità orientali.
La Congregazione per la Dottrina della Fede, nel documento suUa
meditazione del 1989, ha notato che sia la via della conoscenza, che viene
dall'antico "gnosticismo", sia quella dell'esperienza, che
riconduce al "messalianismo" dei falsi carismatici del IV secolo,
cercano di "superare la distanza che separa la creatura dal
Creatore" e di "abbassare ciò che viene accordato come pura
grazia al livello della psicologia naturale".
Il New Age propone sia la via dell'esperienza, sia la via della conoscenza:
ma in nessuna di queste vie si ritrova il concetto cristiano del rapporto
tra 1 'uomo e Dio e quindi nessuna delle due conduce all'autentica preghiera
e all'autentica meditazione cristiana. Strano tuttavia che tanti cristiani
vengano affascinati dalle vie orientali alla preghiera, non riconoscendo in
esse la
trappola nascosta dell'immanentismo panteistico proprio del "New Age".
5) Il problema della verità.
Il fondamento su cui cresce tutto il "New Age" e la sua posizione
sulla
questione della verità, cioè sul suo esasperato relativismo. La negazione
radicale dell'esistenza della verità crea una vera e propria "cortina
di ferro" filosofica, che impedisce la comunicazione e
l'evangelizzazone, e costituisce un aspetto radicalmente negativo del
"New Age". Se d'altro canto e vero che il relativismo e largamente
diffuso nella nostra società, tuttavia è anche vero che non e stato
inventato dal "New Age", ma non è meno vero che il "New Age"
lo favorisce e lo esalta.
Il "New Age", e partito da una critica serrata del materialismo e
del positivismo ma di questa critica ne ha fatto solo la premessa per
procedere ulteriormente in un itinerario di allontanamento dal concetto
stesso di verità. Il punto di arrivo e costituito quindi da un nuovo
relativismo filosofico, diverso dal precedente in quanto volontaristico e da
un nuovo relativismo etico,
anch' esso diverso da relativismi etici più antichi in quanto fondato sul
primato delle esperienze e, in particolare, delle "peak-experiences",
e su un nuovo panteismo.
Pilato - secondo il racconto dell'evangelista Giovanni - aveva un'idea
tutta, quando Gesù accennò alla "verità", Io scettico
funzionario romano esclamò
particolare della "verità".
"Che cos'è la verità?" (Gv 18,38). Il Vangelo ci dice che Gesù
non rispose a questa domanda; se la "verità" era dinanzi a lui in
carne ed ossa e Pilato non riusciva a vederla come avrebbe potuto essere
convinto con le parole ? Per Pilato la "verità" era una cosa così
vaga da dichiarare innocente Gesù per tre volte e poi....condannarlo a
morte. Eppure scommetterei che Pilato stesso rimarrebbe perplesso davanti a
questo campione di negazione totale della "verità" come valore,
tipico del "New Age", riportato da Introvigne:
"In un dialogo tra Ramtha - l'"entità'" che si manifesta
tramite la medium
JZ. Knight, una delle stelle del channeling - e un discepolo, viene
definito, in un modo che difficilmente potrebbe essere più chiaro,
l'atteggiamento del "New Age" di &onte alla verità:
< Ramtha: Ora, se uno crede nel diavolo e un altro non ci crede, chi ha
ragione, chi e nella verità?
< Discepolo: Tutti e due.
< Ramtha: Perchè?
< Discepolo: Perché ognuno di loro ha la sua propria verità.
< Ramtha: Corretto, corretto.
Ma se Gesù non è la "verità", in che senso so può parlare di
"Evangelizzazone" o addirittura di "Nuova Evangelizzazone"?
Inoltre, negando l'esistenza di una verità in generale, non esiste quindi
nemmeno una verità della morale. Il "New Age" giunge perciò al
rifiuto della nozione cristiana di peccato. La parola "peccato" e
conservata, ma viene reinterpretata per indicare realtà diverse dal peccato
di cui ci parlano la Scrittura, la Tradizione e il Magistero cattolico: il
peccato e il "dualismo", la "mancanza di coscienza
ecologica", e così via- In concreto, insomma, molti comportamenti,
quali l'omosessualità. l'uso di droghe e l'aborto, che il cattolicesimo
considera peccaminosi, sono scusati, perfino favoriti, sulla base di un
relativismo morale che sostituisce ai valori e alla verità la semplice
esperienza, o considera i comportamenti moralmente negativi come pure
"disfunzioni" o "malattie", da cui e possibile
rimettersi tramite le terapie della "recovery". Quando poi la
stessa religiosità tradizionale - di cui viene offerta una caricatura -
diventa un sintomo "disfunzionale", bisognoso di una sua specifica
"terapia", l'itinerario e completo e si assiste ad un vero e
proprio rovesciamento morale per cui i peccati, soprattutto quelli che
attengono ai comportamenti sessuali, vengono scusati, mentre l'adesione alla
legge morale viene stigmatizzata come "peccato" o
"malattia".
Inoltre 11 "New Age" , irridendo la dottrina del peccato
originale, svuota di
signi5cato la stessa redenzione operata da Gesù Cristo. Non si devono
trascurare, da questo punto di vista, i pericoli e le confusioni in tema di
peccato originale introdotti nella teologia in stile "New Age" di
Matthew Fox, e proprio la radicalità di questo rischio spiega la ferma
reazione della Congregazione per la Dottrina della Fede.
6) L'idea di religione del "New Age"
L'idea della religione che il "New Age" presenta e molto
pericolosa per la
fede cattolica, perché la religione come sistema dottrinale preciso e
definito viene svalutata totalmente a vantaggio di una vaga
"spiritualità dai contorni indefiniti".
Questa debole "spiritualità" e anch'essa frutto di una moda che
segue le teorie della mitologia comparata di Joseph Campbell e
dell'esoterismo. Questa tesi afferma che tutte le religioni, come pure i
sistemi di simboli e di miti, nel loro fondo esoterico sono tutte uguali, ed
il "New Age" in conseguenza afferma il relativismo religioso
totale, il sincretismo e infine l'abbandono della religione rivelata per
sostituirla con una vaga ed oscura " religione cosmica ". 11
"New Age", protesta giustamente contro la "religione della
domenica" e va alla ricerca di una spiritualità capace di animare
tutti gli aspetti della vita quotidiana. Ma questa ricerca e destinata a non
avere mai fine, perché il "New Age" ha distrutto tutte le basi
della fede autentica ed e destinato ad incontrare quindi solo gli scadenti
surrogati di una vera ed autentica spiritualità.
7) L'idea di Dio, dell'uomo.......
L'idea di Dio del "New Age" non e assolutamente compatibile con
l'idea di
Dio che abbiamo appreso dalla Scrittura e dalla Tradizione cristiana.
Nonostante i giochi di parole e l'uso di diverse terminologie, si tratta
sempre e solamente di "panteismo". in genere di una versione
aggiornata del vecchio panteismo di Spinoza, a cui i padri
dell'"ecologia profonda" e gli autori del "New Age"
dotati di maggior cultura si riferiscono esplicitamente. L'idea dell'uomo
che il "New Age" si fa e naturalmente condizionata dal suo
"panteismo" e considera quindi ogni uomo una "parte" di
Dio, quando non afferma apertamente - secondo lo slogan di Shirley MacLaine-
che "noi siamo Dio" . La distinzione tra Creatore e creatura viene
così superata non nel senso di una fusione mistica, ma piuttosto nel senso
di una confusione, che e una diretta derivazione dall'opzione panteistica
originaria.
A questa idea dell'uomo - che veramente e Dio - sono legati quasi tutti i
concetti delle "energie", così cari ai cultori delle cosiddette
"Medicine Alternative", quali: la pranoterapia, il Reiki, la
Riflessologia, ecc.. Con queste premesse si comprende perché spesso le
pratiche mediche "alternative" divengano veicoli di problemi
spirituali e di pericoli per la vita cristiana.
8).....e di Gesù Cristo
La persona di Gesù Cristo si trova
al centro delle più gravi confusioni,
a causa della nozione esoterica che vede "il Cristo" non come una
persona (cioè Gesù), ma come un "principio divino".
Da questa premessa eretica nasce l'attesa di un Cristo-Maitreya che deve
venire, mentre Gesù di Nazareth non è "il Cristo", ma
"porta il Cristo" e perciò sembra soltanto un uomo molto
fortunato. Quando poi le ambiguità sono introdotte dai teologi
"fiancheggiatori", tutta questa confusione, a proposito della
persona e del ruolo di Gesù Cristo è perfino peggiore dell'attacco e del
rifiuto espliciti, che costituiscono almeno un'insidia più facilmente
riconoscibile. Questa eresia non 6 poi così nuova, già Nestorio, vescovo
di Costantinopoli, tra il 428 ed il 430, nello sforzo di confutare gli
Apollinaristi, giunse a formulare un'idea del Salvatore dello stesso tipo di
quella proposta dal "New Age":
"Nostro Signore, il Cristo, è duplice: divinità ed umanità......Nostro
Signore, il Cristo, il quale è duplice nella sua divinità ed umanità, e
un solo Figlio in questo suo collegamento. Dunque è uno colui che è nato
dalla genitrice Cristo, da Maria: è il Figlio di Dio".
Sta proprio qui il punto eretico della teologia di Nestorio: egli parla del
Cristo Dio e uomo, mai di Cristo Dio-Uomo. Quando poi si difende sottolinea
ancora più il proprio errore:
"Dicono che il vescovo abbia denominato il Cristo un puro e semplice
uomo.....il Cristo e Dio e uomo. Io non chiamo il Cristo un puro e semplice
uomo, ma "Uno che e unito con Dio", il Logos" .
Gli risponde Cassiano ne "L'Incarnazione del Signore"-
"Io non credo che si debba passare sotto silenzio quella
dottrina.....derivata a sua volta dall'errore di Pelagio.
Alcuni infatti andavano dicendo che GeSù Cristo, puro e semplice uomo, era
vissuto senza alcun contagio di peccato, e giunsero a dichiarare che gli
uomini, solo se volessero, potevano vivere senza peccati....in quanto se Gesù
Cristo, essendo un puro e semplice uomo, era stato senza peccato, anche
tutti gli uomini potevano esserlo senza l'aiuto di Dio.....In questo modo
essi non ammettevano nessuna differenza tra qualsiasi uomo e lo Stesso
nostro Signore Gesù Cristo, visto che l'uomo, con il suo impegno
industrioso, era in grado di conseguire
quello che Cristo aveva meritato con il suo impegno e le sue fatiche. La
conseguenza che ne deriva finiva......in una aberrazione.....al punto di
affermare che il Signore Nostro Gesù Cristo era venuto in questo mondo non
per far dono della sua redenzione al genere umano, ma solo per offrire
l'esempio delle sue buone azioni, in modo cioè che gli uomini, seguendo
fedelmente il suo comportamento e percorrendo lo stesso cammino della sua
santità, giungendo allo stesso premio delle sue virtù. Essi così
mortificavano....ogni beneficio della sua santa venuta nel mondo e tutta la
grazia della sua redenzione divina, poiché dichiaravano che gli uomini
potevano con la loro vita, raggiungere gli stessi vantaggi che Dio, con la
sua morte, aveva procurato alla salvezza umana.
Essi aggiunsero ancora che il Signore e Salvatore nostro divenne il Cristo
dopo il suo battesimo e divenne Dio dopo la sua risurrezione, attribuendo il
primo beneficio al mistero dell'Unzione battesimale e l'altro beneficio ai
meriti della sua passione".
Il "New Age" fa uno scempio della persona di Gesù Cristo ancora
più grande di quella di Nestorio, dichiarato eretico. Per questo fa molto
dolore leggere che il teologo tedesco Gunter Schiwy, su un saggio edito da
Queriniana, dal titolo "Lo spirito della Età Nuova, New Age e
Cristianesimo" abbia l'ardire di sostenere che "nulla si
oppone.....a che i cristiani diventino aderenti alla (sic) "New Age"
e gli aderenti al "New Age" diventino cristiani", Egli è
convinto che ci si trovi "proprio nel periodo di passaggio dall'era
cristiana dei Pesci, a quella post-cristiana, superconfessionale dell'
Acquario, che viene connotata come Era della sintesi". Ma, da questa
"trasformazione della società", il cristiano non avrebbe nulla da
temere.
Infatti si tratterebbe di un'epoca - preparati da teologi cattolici come
Pierre Teilhard de Chardin e Karl Rahner - "caratterizzata da una più
alta, spirituale comprensione della Bibbia" e "da una perfetta
Chiesa dello Spirito". Addirittura, secondo Gunther Schiwy, "si
impone la conclusione: lo spirito dell'Età Nuova e lo Spirito di Dio".
Ora Karl Rahner e sicuramente innocente di tale accusa, mentre la stessa
cosa non si può forse dire di alcune parti del pensiero di Teilhard de
Chardin.