REFERENDUM ABROGATIVO LEGGE 40/2004

 

         A Rimini, una tra le pagine più significative è stata scritta il pomeriggio di domenica 24 dedicato al Meeting “Vivi la vita: Senza la famiglia non possiamo vivere!”. Un incontro nello spirito della “cultura della Pentecoste”  in vista della scadenza referendaria in programma per il 12 giugno p.v.

         Il Comitato e il Consiglio Nazionale, all’unanimità, hanno approvato una Nota, che trovate in allegato, dove sono chiaramente espresse le ragioni dell’astensione dal voto, come peraltro richiesto dal Collegio dei Vescovi italiani e deciso da tutte le Associazioni e Movimenti del cattolicesimo italiano.

Un fatto storico, questo, già esso un segno di quell’unità nello Spirito tanto necessaria per la Chiesa e per il futuro del nostro Paese. Un dato che non va ignorato, anzi alimentato con la promozione di iniziative volte a difendere il valore della vita e a preservare l’uomo dal delirio di onnipotenza che lo fa ritenere libero di sostituirsi a Dio, Creatore e Datore della vita.

         Desidero sottolineare alcune azioni comuni, che Gruppi e Comunità sono invitati ad assumere:

·        Il nostro referente nazionale per questa “campagna di evangelizzazione”, collegata al Comitato  Nazionale per l’astensione “Scienza e Vita”, è il fratello Raffaele Loiacono (tel. e fax 0185 321674, cell. 335 7021087, email: raffaele.loiacono@fastwebnet.it) È lui che tiene i contatti con i coordinatori regionali e diocesani per la promozione delle iniziative del RnS.

·        Contattate i vostri coordinatori regionali e diocesani: per apprendere di iniziative promosse da noi o da altri soggetti ecclesiali a cui è possibile intervenire; o anche per proporre iniziative locali (banchi informativi fuori dalle chiese, porta a porta…).

·        Date massima diffusione alla Nota del CN-CNS allegata, utilizzando tutti i mezzi di comunicazione possibili (radio, televisioni, carta stampata) per aiutare la gente a comprendere che la scelta più saggia, in  questa congiuntura, è astenersi dal voto il 12 giugno.

·        Per contatti e collaborazioni o anche per richiedere gratuitamente materiale informativo (cartaceo, presentazioni multimediali, etc… sul modello di quanto è stato distribuito a Rimini) potete rivolgervi direttamente al Comitato “Scienza e Vita”: www.comitatoscienzaevita.it (il sito è tutto scaricabile gratuitamente) o tel. 06 68192554. Collegatevi con frequenza regolare sul sito del RnS: www.rns-italia.it  per apprendere ogni aggiornamento utile.

·        Intensifichiamo le preghiere d’intercessione e annunciamo a tutti il “Vangelo della vita”: il più grande bene di Dio non può essere messo ai voti! Preghiamo, perché idolatrie e spiriti menzogneri siano tacitati dalla verità e dalla luce dello Spirito Santo. Il 12 giugno, come già detto a Rimini, “riempiamo di senso cristiano” la giornata: il nostro impegno non è appena astenersi dal voto, ma pregare, organizzare ritiri, pellegrinaggi, dar corso ad opere di misericordia corporale e spirituale. E Maria, che ha “custodito il segreto della Vita”, ci assista.

 

L’EMBRIONE = UNA VITA UMANA CHE CHIEDE DI ESSERE RISPETTATA

(Di G. Muraro docente di teologia morale – tratto da: La Salette 1/2005)

Cerchiamo di rispondere alle obiezioni che vengono mosse contro coloro che sostengono che l’embrione deve essere rispettato come una realtà umana in sviluppo.

Si dice: "E’ solo un progetto d’uomo e non un uomo; ed è ben diverso il fatto di distruggere un progetto o una realtà".

Il termine "progetto" può significare più cose. Quando un architetto traccia sul foglio le linee che dovranno diventare un ponte, una casa, una chiesa, si dice che ha fatto un progetto. Ma se questo progetto viene lasciato nel cassetto, dopo nove mesi non troviamo il ponte o la casa o la chiesa.

Se invece lasciamo l’embrione nel seno della madre e non interveniamo sui processi della natura, nei nove mesi della gravidanza assistiamo ad un processo di sviluppo organico dell’embrione che, dopo nove mesi, chiede di venire alla luce e di continuare nella vita per tanti e tanti anni. Se distruggiamo il progetto dell’architetto distruggiamo un foglio; se invece distruggiamo un embrione, distruggiamo una vita.

Si dice: "Non ha ancora una individualità umana, perché nei primissimi tempi può dare origine a due individualità, i gemelli monozigoti".

E’ vero. Ma si dimentica che in questo caso è necessario distinguere tra identità specifica e identità individuale. Lo zigote (cioè l’ovulo fecondato) ha già una sua precisa identità specifica che è data dal fatto che porta in sé il DNA della specie umana, e dal fatto che porta in sé il principio di tutto lo sviluppo successivo, anche quello della suddivisione in due gemelli.

La divisione in due gemelli non toglie il fatto che la realtà che si suddivide è già "umana" e che come tale deve essere rispettata. E’ questo il fatto che sta alla base del rispetto che è dovuto all’uomo e che permette di dire "qui c’è un uomo", anche se deve ancora svilupparsi in una personalità che lo caratterizza e lo distingue fisicamente, psicologicamente, caratterialmente, spiritualmente da ogni altro uomo. Tutti siamo stati un embrione prima di diventare quello che siamo.

Si dice: "Uno zigote è più piccolo ancora del puntino di una "ì": è quasi niente. Perché dargli tanta importanza?".

L’atomo è piccolo, ancor più piccolo dello zigote, tanto che non è rilevabile ad occhio nudo e bisogna ricorrere al microscopio elettronico per scoprirlo. Ma possiede una energia che può sconvolgere la terra. Anche l’embrione. Possiede potenzialmente tutta la vita successiva dell’uomo e tutto quello che farà.

Anche i grandi personaggi della storia, dell’arte, della santità sono passati per quello stadio; se qualcuno li avesse eliminati in quel momenti, oggi l’umanità sarebbe più povera, perché priva di tutto quello che hanno realizzato. Possiamo anche solo pensare ai nostri genitori che ci hanno dato la vita e ci hanno amati. La vita umana non si misura a quantità, ma a qualità.

Si dice: "Il desiderio del figlio è un desiderio naturale e deve essere soddisfatto. E se la natura non provvede, l’uomo ha il diritto di intervenire per correggere le carenze della natura".

E’ un modo di ragionare che non tiene conto di due fatti. Anzitutto non esiste il "diritto al figlio". Si ha diritto su qualcosa su cui si può esercitare un possesso. Il figlio non può essere posseduto da alcuno, e nessuno può vantare diritti sul figlio, anche se si hanno rapporti privilegiati di rispetto, di onore, di amore con il figlio. Ricordiamo la poesia di Gibran Khalil: "I figli vostri non sono vostri…e anche se sono con voi essi non vi appartengono" perché appartengono alla vita".

In secondo luogo si dimentica sempre che la procreazione artificiale non interviene sulla coppia sterile per guarirla, ma interviene su una realtà "terza". Per cui diventa indispensabile tenere presente il desiderio dei genitori, ma anche le esigenze del figlio. Il primo gesto di amore è proprio quello del rispetto che è dovuto al figlio. Per cui diventa indispensabile chiedersi se il generarlo artificialmente produca o meno effetti negativi sulla sua vita. Vedremo che questo modo di generare diventa dannoso non solo per il figlio, ma anche per i genitori e per la società.

Si dice: "Si impedisce la ricerca scientifica e la colture delle cellule staminali che possono essere utili per la guarigione di malattie gravissime".

Anzitutto non basta presentare un bisogno; ma è necessario capire come deve essere soddisfatto questo bisogno. E’ certamente immorale curare degli ammalati sacrificando delle vite umane. E gli embrioni sono vite umane. Inoltre le cellule staminali possono essere ricavate sia dal cordone ombelicale, sia da una persona adulta. Per cui non si vede perché si debbano sacrificare delle vite umane sull’altare della ricerca scientifica e delle terapie, soprattutto quando esistono altre vie.

In conclusione. Vale ancora oggi ciò che Giovanni Paolo II scriveva nella enciclica "Evangelium Vitae": "Le varie tecniche di riproduzione artificiale, che sembrerebbero porsi a servizio della vita e che sono praticate non poche volte con questa intenzione, in realtà aprono la porta a nuovi attentati contro la vita" perché "dissociano la procreazione dal contesto integralmente umano dell’atto coniugale".

 

I QUATTRO REFERENDUM SULLA PROCREAZIONE ASSISTITA

(di A.Anzani vicepresidente medici cattolici europei – tratto da: Messaggero S.Antonio marzo 2005)

I cittadini italiani saranno chiamati ad andare alle urne a primavera, per esprimere SI se vogliono abrogare alcuni articoli della legge, il loro NO se vogliono mantenerli come sono scritti attualmente nella legge stessa.

Il primo referendum vuole abolire il vincolo per cui il ricorso alla procreazione assistita è consentito solo quando sia accertata l’impossibilità di rimuovere altrimenti le cause che impediscono la procreazione, come sterilità o infertilità documentate. Se si vota SI, tra l’altro, vi potrà accedere non solo la coppia sterile, ma qualunque altra voglia soddisfare, attraverso il ricorso alla tecnica, il desiderio di avere un figlio. Ma anche verrebbe permessa la selezione eugenetica dei figli sani in caso di coppie portatrici di malattie genetiche.

Il secondo referendum richiede anche l’abrogazione dell’articolo 1 della legge che riconosce i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito e quindi la dignità dell’essere umano sin dal suo concepimento. Abrogando l’articolo, l’embrione viene privato di ogni tutela, di ogni diritto, prima fra tutti quello di vivere.

Il terzo referendum vuole abolire il divieto di sperimentazione sugli embrioni, vuole consentire la conservazione e permettere la clonazione "mediante trasferimento di nucleo". Lo scopo è di consentire ricerche con le cellule staminali embrionali, attraverso la cosiddetta "clonazione terapeutica", per la cura cioè di gravi malattie. I promotori sono riusciti a convincere la gente che non vi siano alternative all’utilizzo degli embrioni e che trattandosi di malattie gravissime da curare, il problema etico debba essere scavalcato. In realtà la clonazione è un’alternativa remota rispetto a pratiche terapeutiche esistenti che utilizzano cellule staminali non embrionali. Come le terapie a base di cellule staminali tratte dal sangue, che salvano migliaia di pazienti l’anno. Si è diffusa l’illusione che con le staminali sia possibile qualsiasi risultato, mentre la realtà è che, se conosciamo molto del loro funzionamento, sappiamo invece ancora pochissimo delle potenzialità terapeutiche. Con un SI a questo quesito l’embrione viene considerato uno "strumento di laboratorio", un materiale biologico utilizzato nella speranza di poter curare l’uomo malato. Così facendo viene ad essere sovvertito il criterio che regola ogni ricerca scientifica: la prima sperimentazione va fatta sugli animali.

Il quarto referendum vuole abrogare il divieto di fecondazione eterologa. La legge consente di utilizzare, nelle pratiche di fecondazione assistita, solo gameti (spermatozoi ed ovuli) prelevati ai due partners che vogliono avere il figlio. E non solo per una questione di bioetica, ma di diritto e di civiltà. L’immagine di un figlio concepito attingendo a qualche banca del seme o a donazione d’ovulo, rimette in gioco la stessa identità dell’essere figlio: è prodotto di ingredienti, o generato da un padre e da una madre che sono tali? La fecondazione eterologa separa la vita umana dalla relazione primaria, fondamentale, biologica, con i genitori. Il primo riflesso è sul figlio, la cui identità viene sostanzialmente adulterata. Il secondo riguarda la famiglia come caposaldo della civiltà umana in rapporto alla trasmissione della vita (filiazione).

Tutti d’accordo sul "NO" all’abrogazione della legge. Sul come realizzare ciò, non ha torto il Cardinale Ruini nel suggerire la via dell’astensione per rendere nullo il referendum.

STAMINALI: TERZO QUESITO REFERENDARIO    

La ricerca medica è ancora dalla parte dell’uomo?

La vita con i segreti che racchiude, l’umano e i misteri che l’ avvolgono sfuggono alle leggi di mercato?

La tecnologia che sopravvive e fa sopravvivere grossi interessi economici può camminare sulla stessa strada della morale?

 

LIMITE ALLA RICERCA CLINICA E SPERIMENTALE SUGLI EMBRIONI

Il terzo quesito referendario si propone di abolire ogni divieto alla sperimentazione sugli embrioni. Lo scopo è quindi quello di permettere la ricerca con le cellule embrionali staminali attraverso la clonazione terapeutica.

L’embrione verrebbe quindi considerato mera materia biologica da immagazzinare, stoccare in depositi per poi finire in mano a scienziati e tecnici di laboratorio al bisogno.

 

CELLULE STAMINALI EMBRIONALI

Sono cellule presenti nell’embrione fin dai primissimi giorni dopo la fecondazione della cellula uovo e si differenziano per dare origine a qualunque tipo di tessuto. I referendari affermano che non permettendo la ricerca sugli embrioni si lasceranno morire milioni di malati, perché avendo a disposizione questa fabbrica di cellule si potrebbero farle differenziare ad esempio in cellule nervose che producono dopamina per la cura del morbo di Parkinson, o in qualunque altro tipo di cellula per riparare un organo malato. Tra i sostenitori della ricerca sulle cellule staminali embrionali le potenti associazioni dei malati, Sono note a tutti le posizioni favorevoli di Christoper Reeve, l’attore di Superman,e di Nancy Reagan moglie dell’ex presidente degli Stati Uniti colpiti rispettivamente da tetraplegia e dal morbo di Alzheimer. Ma ad oggi secondo l’autorevole parere del professor Angelo Vescovi, condirettore dell’ Istituto di ricerca sulle cellule staminali non esistono ancora terapie neppure sperimentali che implichino l’ uso delle cellule staminali embrionali.Questo perché lo studio del potenziale differenziativi di queste cellule è solo all’ inizio e in parecchi casi hanno dato origine a cellule maligne provocando un particolare tipo di tumore detto “teratoma” composto cioè da cellule derivate da vari tessuti.

 

CELLULE STAMINALI ADULTE

Mano amano che l’embrione si sviluppa si formano cellule con capacità proliferative ristretta, capaci cioè di produrre cellule di uno o pochi tessuti specifici. Anche queste cellule sono chiamate staminali, ma per indicare la loro specificità specifica si aggiunge un aggettivo che si riferisce al tessuto che sono in grado di produrre. Esistono così CSAf cioè staminali adulte che possono produrre tessuto epatico,CSAc cioè staminali in grado di produrre tessuto cutaneo, CSAe cioè ematopoietiche che producono cellule del sangue. L’esistenza di queste cellule siamo in grado di constatarla da soli. Ogni giorno un certo numero di cellule della pelle si desquama, cioè muore. Ma siccome lo spessore dello strato della nostra cute rimane sempre uguale significa che esistono delle cellule che danno origine continuamente a nuove cellule cutanee per rimpiazzare quelle perse.Nello stesso modo se una epatite virale distrugge gran parte del fegato, riuscendo a sopravvivere qualche giorno,alcune cellule presenti in quello stesso fegato cominceranno a dividersi freneticamente e il fegato verrà così ricostruito. Per decenni in medicina sono state usate queste cellule senza che si conoscesse bene il meccanismo che sta alla base della loro regolazione. Il trapianto per esempio è l’immissione di cellule fresche per sostituire quelle che per qualche patologia non funzionano più.In alcuni tipi di trapianti il fatto che venga trapiantato l’organo intero può indurre i non addetti ai lavori a credere che si tratti di qualcosa di diverso, ma se in questo organo non ci fossero cellule in grado di differenziarsi il trapianto non avrebbe successo.Esempio chiarificatore è il trapianto di midollo osseo. Contenute nel suo interno troviamo le cellule staminali ematopoietiche, le quali nel nuovo organismo in cui sono state introdotte si moltiplicheranno e lo guariranno. Le cellule mature invece verranno eliminate o addirittura eliminate artificialmente prima del trapianto per i loro effetti collaterali nocivi.

 

STAMINALI EMBRIONALI CONTRO STAMINALI ADULTE

A tutt’oggi è ancora difficile moltiplicare fuori dell’organismo una cellula staminale prelevata da un organo di un adulto e poi trapiantarla. Ma la difficoltà nel coltivarla è ripagata dal fatto che le cellule così ottenute sono derivate dal paziente stesso e quindi non soggette a rigetto. Invece nel trapianto delle staminali embrionali l’organismo del paziente non le riconosce come sue e perciò vengono attaccate dal sistema immunitario e rigettate.

 

STAMINALI FETALI, UN’ALTRA VIA.

Molto interessanti si sono dimostrati gli studi sulle cellule staminali fetali che presentano gli aspetti  positivi di quelle adulte e di quelle embrionali quasi senza i loro difetti.Importantissimo è poi il fatto che le staminali fetali sono prelevate da aborti spontanei e quindi sono da considerare, previa autorizzazione dei genitori, una donazione da cadavere.Permane il fatto che l’utilizzo delle staminali fetali non risolverebbe di per sé i problemi legati al rigetto. I benefici delle staminali non sono sicuramente dietro l’angolo e forse neanche l’unica strada percorribile, ma la letteratura scientifica internazionale fa resistenza a pubblicare lavori alternativi perché dietro a tutto questo c’è un tipo di comunicazione della ricerca sponsorizzata da quanti hanno interesse economico in questa attività.

 

CONCLUSIONE

Alla fine di tutto ciò vorrei aggiungere una semplice considerazione, condivisa anche da altri giornali laici, che se fosse accettata da tutti porrebbe fine ad ogni diatriba in  questo campo. Non c’è nulla di complicato sul destino di quel piccolo essere umano creato in laboratorio chiamato embrione. È intuitivo, semplice e chiarissimo, non c’è bisogno di chiamare in causa nessuna scienza specializzata del pensiero, c’entra solo il ragionamento etico secondo il quale l’essere umano no è un mezzo ma un fine, e che non si deve creare per uccidere anche quando servisse per curare.