ASSOCIAZIONE S.VOLTO di GESU’ – RnS

Centro Divina Misericordia

Via Refrancore 86/6 – TORINO

 

L’ESERCIZIO DELLA FEDE NELLA PREGHIERA

E NEL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

  

Muzzano (Biella)  - Esercizi Spirituali – Agosto 2003 

Tema: L’esercizio della fede nella preghiera e nel combattimento spirituale (Gv. 14, 12-13) 

PREMESSA 

Siamo stati convocati dalla Parola di Dio:

Giovanni 14:12

12In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.

Giovanni 14:13

 13Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.  

E siamo sollecitati dal passo biblico ricevuto all’inizio dell’incontro: 

Geremia 29:11

11Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo - dice il Signore - progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza.  

Geremia 29:12

12Voi mi invocherete e ricorrerete a me e io vi esaudirò;  

Geremia 29:13

13mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il cuore;  

Geremia 29:14

14mi lascerò trovare da voi - dice il Signore - cambierò in meglio la vostra sorte e vi radunerò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho disperso - dice il Signore - vi ricondurrò nel luogo da dove vi ho fatto condurre in esilio. 

Lo scopo per il quale Dio Padre ci ha convocati è l’incontro con Gesù, per fare questa esperienza e imparare a colloquiare con Lui affinché si realizzi la sua Parola.

A sua volta Lo Spirito Santo ci invita a soffermarci sul contenuto del passo biblico annunciato. 

Fede: “Chi crede in Me…” 

Io credo veramente nel Signore Gesù?

Credere che il Signore esiste non è sufficiente; anche il diavolo crede e, come descritto nei Vangeli, gli spiriti maligni sono stati i primi a riconoscerLo pubblicamente.

Gesù ordinerà loro di tacere, perché non era ancora giunto il momento della sua rivelazione.

Noi, non soltanto crediamo in Gesù, ma abbiamo aderito a Lui ed abbiamo detto il nostro “si”: Noi, Signore, siamo tuoi discepoli e vogliamo seguirti con l’obbedienza ai tuoi comandamenti. 

Obbedienza a Gesù. 

Nel meditare l’insegnamento che il Signore ha voluto darci anche con la parabola dei due figli che dovevano lavorare nella vigna (Mt. 21, 28-32), sappiamo che dobbiamo obbedire ogni giorno a Dio. Il discepolo è colui che non torna indietro, che rimane fermo nella sua professione di fede, che coltiva nel suo cuore l’amore a Gesù. 

Il canto proposto: “O Gesù voglio seguirti sempre” conferma quanto detto.

Il nostro Maestro e la nostra Guida è Lui. 

Chi sono i discepoli?  

Nei tempi antichi gli allievi andavano a casa del maestro ed anche i discepoli di Gesù andavano da Lui e lo chiamavano Maestro. Quando Giovanni Battista dirà di seguire il vero Maestro, Gesù, lo riconosce come Messia ed invita i suoi discepoli ad andare da Lui.

E’ il secondo riconoscimento dopo quello di Simeone e Anna nel giorno della presentazione al Tempio. 

Anche il discepolo può cadere nel peccato, ma si rialza e riprende il suo cammino spirituale senza mettere in discussione la Parola di Dio rivelata nella Bibbia, ma rinnovando l’atto di volontà di non peccare.

Se viviamo così, anche se cadiamo nell’errore, non pecchiamo più perché il cuore è puro, separato dal male. Con la retta intenzione non si pecca. 

Lo spirito dell’uomo ha un suo linguaggio e, quale impronta di Dio, attraverso la coscienza ci fa capire che stiamo percorrendo la strada sbagliata.

Tutti gli uomini hanno ricevuto l’impronta di Dio ed il linguaggio della coscienza: è l’intuizione che determinerà l’agire e l’operare in noi, con l’obbedienza o la disobbedienza. 

Obbedienza è comunione con Dio; disobbedienza è peccato, ed in questo caso occorre ristabilire l’unione con Dio.

Il peccato è una radice che abbiamo già nel nostro “io” e nasce dal cuore dell’uomo, cioè la psiche; Dio agisce sullo spirito e si fa sentire in qualche modo, risvegliando la coscienza. 

Chi è l’uomo? 

Noi siamo trinitari: spirito, anima e corpo. 

1) Lo spirito ci fa entrare in contatto con lo Spirito Santo ed è formato da:

coscienza, che è la morale naturale

intuizione, che percepisce la volontà di Dio

comunione con Dio, che è adorazione (dire “no” al male)

2) L’anima, o psiche, rende possibile la cooperazione fra spirito e corpo, ed è formato da:

emozioni, che vanno al cervello, governano la nostra vita e determinano la volontà

mente, dove è il cervello (memoria della psiche) e l’intelligenza che decide le scelte

volontà, per fare le scelte

3) Il corpo, o soma, ci fa entrare in contatto con il mondo materiale per mezzo dei sensi. 

L’uomo spirituale, chi è? 

L’uomo è spirituale quando lo Spirito Santo entra in lui ed abbraccia lo spirito, con la conseguenza di tenere a bada il proprio “io”, cioè l’anima o psiche.

Con la conversione entra in noi la pace, le cellule del corpo si rilassano e vincono le malattie psico-somatiche. 

Al riguardo leggiamo il passo della lettera ai Romani:

Romani 8:5

5Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. 

Romani 8:6

6Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. 

Chiediamoci: “Io sono carnale o sono già spirituale?” 

Tutti possiamo ricevere lo Spirito Santo se lo chiediamo a Dio, ma dobbiamo sottomettere la carne e le emozioni, rinunciando allo spirito del mondo, per morire a noi stessi. 

Amici di Dio e collaboratori. 

Lo scopo di questo corso è diventare amici di Dio Padre per compiere le opere di Gesù e compierne anche di più grandi, diventando intercessori.

Riconosciamo il nostro amore per Gesù con il canto: “Sai che amo Gesù, sempre di più…” 

Dio ci ha creati a sua immagine e ci ha resi capaci di scelte libere; la libertà è un grande dono, perché Egli ci ha creati per amore.

Da questo dono dipende il nostro “si”; qualora noi rispondessimo con un “no”, potremmo condizionare la Sua opera di salvezza per la nostra vita. 

Chi è amico di Dio diventa collaboratore per il grandioso progetto di salvezza dell’umanità.

Siamo tutti chiamati, e Dio cerca persone consapevoli di questo, disponibili ad intervenire con Lui, per realizzare e scrivere insieme la storia della salvezza e convinti di avere le chiavi del Regno. 

Matteo riporta le parole di Gesù:

Matteo 16:19

19A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". 

Noi abbiamo il potere di cambiare il corso della storia.

Questo passo è stato riferito da Pietro e successivamente ai Sacerdoti; leggiamo ora Matteo 18,18, che ripete la stessa frase, ma rivolta a tutti.

Quindi ognuno di noi ha il potere di sciogliere il proprio fratello con il perdono ma, immersi come siamo nelle cose del mondo, non realizziamo quanto ci è stato concesso dal Signore: il potere di dire a Dio cosa fare.

Proseguendo con Matteo 18,19 Gesù ci comanda di pregare e di chiedere. Noi abbiamo accesso alla Sua Volontà soltanto se diventiamo “amici” di Dio, equipaggiati con la fede e la preghiera.  

La volontà di Dio: amore e salvezza. 

Possiamo cambiare il modo di pensare di Dio?

La Sua volontà è immutabile, perché il Suo essere è amore e questo non cambia.

Noi potremmo avere lo stesso rapporto che Mosè aveva con Dio, ma con la nostra razionalità non crediamo di potere cambiare gli eventi e questo si chiama fatalismo: è il cancro spirituale, malattia che colpisce gli uomini religiosi che ragionano così: “Se Dio permette questo, io lo accetto con fede”.

La volontà di Dio è che tutti siano salvati e questo non cambia, ma può cambiare il percorso per giungere alla salvezza. 

Fatalismo: contrario all’esercizio della fede. 

Se siamo nel fatalismo, lasceremo che gli eventi proseguano e noi diventeremo passivi davanti ad ogni situazione.

Chi conta sul fatalismo è Satana, perché il fatalista distrugge il disegno di Dio con la sua immobilità.

Giobbe fu tentato dal fatalismo nel dire: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto”, ma Giobbe fu ingannato da Satana; non fu Dio a togliergli ogni cosa ma, pur ingannato, rimase fedele a Dio.

Noi abbiamo il Nuovo Testamento e non dobbiamo ragionare come Giobbe, perché Dio ci ha dato l’arma per combattere Satana ed è la preghiera nella fede.

Nulla spaventa Satana quanto il cristiano che sa usare queste armi; vivendo della parola di Dio, fede e preghiera andranno di pari passo (Mt. 21, 21-22). 

Esame: “Io sono un fatalista?”

Noi siamo investiti del potere sacerdotale, profetico, regale, quindi dobbiamo essere collaboratori e amici del Signore; e se non facciamo quello che ci chiede, rallentiamo il Suo progetto, perché nessun altro lo farà al posto nostro. 

L’esercizio della fede. 

Meditiamo il mistero della fede con il passo della Lettera ai Romani (10,13-17). Cos’è la fede?

E’ la fiducia, senza esitazioni, che le promesse di Gesù sono verità e si realizzano.

La fede è la certezza di cose che si sperano e dimostrazione di realtà che non si vedono (Eb.11,1) e si trasmette con l’annuncio e la testimonianza nel riconoscere l’intervento di Dio nella nostra vita (Gv.3,16). 

La fede deve essere esercitata: possiamo farlo, ad esempio, ripetendo molte volte un versetto della Scrittura affinché, ben assimilato, entri in profondità e ci nutra.

Soltanto chi conosce Dio ed entra in intimità con Lui ha la certezza di essere esaudito. 

Se non ci fidiamo di Dio, come facciamo a pregare secondo la Sua volontà?

Per essere in linea con il Suo progetto, dobbiamo indirizzare la nostra psiche verso di Lui e vivere abitualmente con Lui; allora diventiamo Suoi amici e possiamo influire sui Suoi disegni. 

Conoscere Dio cosa vuol dire? Attraverso la Scrittura noi sappiamo ciò che Dio ha fatto per l’umanità intera e nei Vangeli Gesù, con la parabola del Padre misericordioso, ha ben tratteggiato il Suo carattere (Lc.15,11-32)

Conoscere Dio: il suo carattere. 

Chi è Dio? Dio è amore e poiché noi siamo stati creati a sua immagine, tutto in noi desidera l’amore e tende verso l’amore. Egli ci ha amati per primo e mentre eravamo nel peccato ha dato la vita per noi.

Non aspettiamo di essere migliori e più puri per avvicinarci a Dio, perché sarebbe tentazione, ma confidiamo nel Suo amore; Egli è coerente e non muta, ma può mutare i Suoi piani. 

I principi per entrare nella volontà di Dio sono: 

1)     conoscerla progressivamente, crescendo pian piano con un lavorìo interiore per cambiare la mentalità che è ancora del mondo. La comprenderemo meglio e la Sua volontà diventerà nostra.

Preziosa è l’opera dello Spirito Santo che illuminerà la Parola: ci aiuterà ad ascoltarla ed a seguirla.

2)     conoscerla attraverso le Scritture, perché l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Dio.

Applicarla nella quotidianità, osservando le circostanze e pregando per chiedere luce nei segni.

3)     accogliere con l’obbedienza la volontà di Dio espressa nei comandamenti.

4)     obbedire alla Sua volontà, anche se non siamo d’accordo. Dio può cambiare idea, ma se nel Suo insindacabile giudizio non cambia, accetteremo, per entrare nella pace.

5)     pregare per la salvezza di tutti gli uomini. Poiché questa è la volontà primaria di Dio, sappiamo di essere in linea con Lui.

6)     chiedere il dono  del discernimento, nei momenti difficili, allo Spirito Santo. Pregare affinché ci sostenga nella nostra fatica con il dono della Sapienza, per comprendere ciò che Gli è gradito (Sapienza 9,10).

7)     coinvolgere noi stessi nelle necessità dei fratelli con preghiere mirate. Dio ascolta chi prega mosso dall’amore, immedesimato nei problemi dell’altro. 

Raccomandazione: attenzione ai nostri caratteri che possono essere chiusi o espansivi. Bisogna chiedere allo Spirito Santo di essere aperti verso tutti, di aiutarci a schiacciare il proprio “io” e di avere atteggiamenti d’amore. 

Comunione con Dio. 

Entrando in comunione con Dio, entriamo nella Sua volontà.

Non si può essere ascoltati da Lui se non viviamo nello stesso Spirito.

Dio dice che ascolta sempre le nostre preghiere, ma se non sono in linea con Lui non possono essere ascoltate. 

Carattere e principi di Satana. 

Carattere

Dobbiamo ora considerare il carattere ed i principi di Satana, il nostro nemico.

Noi entriamo in battaglia contro di lui, ma è importante conoscere le sue strategie che usa nel combattimento.

In generale il mondo di oggi ignora Satana, anche all’interno della Chiesa e spesso ci accusano di esagerare nel parlare di questo pericolo. 

Vediamo cosa ne dice la Bibbia:

Apocalisse 12,10Satana l’accusatore che, davanti a Dio, ci accusa giorno e notte. Dio invece giustifica.

1°Tessalonicesi 3,5Satana è il tentatore che cerca di rendere vana la fatica di chi evangelizza.

2°Corinzi 4,4Satana è il dio di questo mondo, che acceca la mente incredula.

Efesini 2,2 - Capo delle potenze dell’aria, che opera negli uomini ribelli.

Matteo 13,39 - il nemico che semina la zizzania in mezzo al seme buono.

1°Pietro 5,8-9 - il leone ruggente, che va in giro cercando chi divorare.

1°Tessalonicesi 2,8 - crea ostacoli alla fede.

2°Corinzi 11,14-15 - si traveste da angelo di luce 

Quali le sue strategie?

1)     distoglierci dalla preghiera per isolarci da Dio e dai fratelli, perché uniti siamo una forza.

Lo fa attraverso la paura di non essere amati da Dio, oppure attraverso la costruzione di idoli o l’orientamento verso l’occultismo.

2)     convincerci che si può credere in Dio pur non ubbidendo alla Sua legge. I cosiddetti cristiani non praticanti credono, ma non Lo amano.

3)     spingerci al diritto di goderci la vita, allontanandoci da Dio.

San Paolo nella 2°Timoteo 3,12 dice chiaramente che i cristiani saranno perseguitati, perché non accettano le idee del mondo.

4)     instillare la paura della testimonianza a tutti i livelli: famiglia, gruppi di preghiera, etc….

Siamo disposti ad essere emarginati se testimoniamo di essere cristiani?

5)     disgregare il corpo di Cristo seminando sfiducia, amarezze, gelosie fra cristiani e i membri stessi della Chiesa.

6)     Quando le strategie di cui sopra non hanno effetto, Satana passa agli attacchi diretti, specialmente fisici ed emotivi, particolarmente dolorosi. Noi dobbiamo essere saldi nella fede e non permettere che ci allontani dal Signore. 

In queste situazioni non si riesce più a pregare ed è il momento di chiedere aiuto e sostegno ai fratelli. 

Il nostro combattimento. 

Siamo stati creati per rispondere alla grazia dello Spirito santo e, guidati con l’autorità data da Dio, possiamo capovolgere le situazioni con la nostra preghiera.

Dio opera se ci sono collaboratori che esercitano la fede ed attende da noi la richiesta. Nel Vangelo abbiamo uno dei tanti esempi nella guarigione del cieco nato, al quale Gesù pone la domanda: “Cosa vuoi che Io ti faccia?”.

Anche noi, se chiediamo una guarigione, dobbiamo, con fede, essere certi del Suo intervento. 

Infatti, per la poca fede, Gesù ha fatto pochissimi miracoli a Nazaret.

Sovente sentiamo dire: “Signore, aumenta la mia fede”.

Conosciamo la risposta di Gesù: “E’ sufficiente avere fede quanto un granello di senape” (Luca 17,5-6). 

La giusta richiesta allora è di essere guariti dall’incredulità e dalle paure (Marco 9,24). La prima guarigione è credere all’amore di Dio sempre presente, perché, se non ci crediamo completamente, mettiamo in discussione lo stesso Essere di Dio. 

Qui possiamo soffermarci sui principi utili per il combattimento spirituale: 

1)     Armarsi – la necessaria armatura per un cristiano è descritta in Efesini 6,10-18 e deve essere indossata perennemente, perché la battaglia è continua. Inoltre bisogna vivere nella verità che è Dio e nella sincerità di cuore; Egli veglierà sui nostri passi.

2)     Vivere secondo giustizia, cioè osservare i comandamenti di Dio e renderGli gloria.

3)     Proclamare il Vangelo; vivere il Vangelo della pace e parlare di Gesù.

4)     Fede; lodare Dio rafforza la fede. Con la luce dello Spirito Santo vedo, con la fede, cose che altri non vedono.

5)     Vivere da salvati, in piena consapevolezza, con l’elmo della salvezza.

6)     Vivere della Parola – studiare ogni giorno un versetto biblico. Ad esempio: “Tutto posso in Colui che mi dà la forza”. Non è soltanto arma di difesa, ma anche di attacco.

7)     Vivere di preghiera, cioè vivere con Dio in preghiera costante. Coltivare la comunione di cuore con Dio, sperimentare la Sua vicinanza. In ogni momento chiedere aiuto. Nei momenti di difficoltà pregare il lingue ed imparare a resistere al diavolo. 

Non soltanto dire no alla tentazione, ma contrastare, impedire, ostacolare la sua opera. 

Post Scriptum. 

Talenti e carismi. 

Sono doni naturali ricevuti, da usare in special modo per studiare la Parola di Dio. Il Signore chiederà conto dell’uso che ne abbiamo fatto. Almeno un talento è stato dato a tutti (vedi la parabola relativa in Matteo 25,14) e dobbiamo spenderlo per la gloria di Dio.

Ma il Signore, che ci ama e ci conosce, se vede il nostro impegno, donerà anche il carisma che si incarnerà e rafforzerà i talenti naturali. 

Se i talenti non si sviluppano, può trattarsi di ferite psichiche; in questo caso abbiamo bisogno di guarigione interiore. Dopo la guarigione il Signore potrà dare i carismi. 

Con il Concilio Vaticano Secondo, ha prevalso il pensiero del Cardinale Suenens e cioè i carismi ci sono ancora oggi, non soltanto ai tempi di Gesù, e servono per l’evangelizzazione ed edificazione del Corpo di Cristo. 

L’elenco dei carismi, anche se non completo, si trova in 1° Corinzi 12; lo stesso carisma è diverso da persona a persona.

I cariamo sono riconoscibili dai fratelli del gruppo. 

Preghiera e lode. 

La preghiera di lode è riconoscere il carattere di Dio ed i suoi attributi che, ripetuti più volte, ci autoconvincono della Sua bontà, della Sua misericordia, della Sua fedeltà e ci aiutano ad elevarci al Suo trono ed a rafforzare la fede.

La lode porta al ringraziamento ed alla gratitudine nel riconoscere la Sua risposta alle nostre preghiere.

La preghiera di lode è anche fiducia senza limiti in Dio e nel Suo intervento, in merito alle nostre richieste. 

Dobbiamo anche imparare a pregare a favore o contro una determinata situazione ed a benedire sempre in ogni circostanza. 

Qualora ci fossero persone palesemente malvagie o sistemi malvagi, dobbiamo pregare contro, denunciando il male che è ingiusto e quindi non in linea con la volontà di Dio, ma senza giudicare le persone coinvolte.