BEATI I MISERICORDIOSI PERCHE’ TROVERANNO MISERICORDIA. 5 FEBBRAIO 2016

 

Noi abbiamo un comando dal Signore, di amarci gli uni gli altri, è un amore non intellettuale ma è un amore da praticare, sembra facile apparentemente la beatitudine, perché ha un riscontro logico. 

L’essere misericordiosi, non è una categoria, come dire che ci sono i poveri, gli afflitti e poi ci sono i misericordiosi, non è proprio così, essere misericordiosi è una qualità, come una specie di abito da indossare, non è una beatitudine di quelle cose che si fanno, tipo la carità, ho fatto visita all’ammalato, ho dato tempo a chi voleva sfogarsi, ho ospitato qualcuno, ho fatto un sforzo più o meno grande, sono stato misericordioso perché ho compiuto un atto di misericordia ma in realtà non è neanche così. I misericordiosi sono coloro che decidono di essere misericordiosi sempre, non una tantum, vedi Matteo 25,31-40.  Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

Per fare queste cose bisogna vivere la misericordia, non con un atto saltuario ma con una dimensione di vita, questo, presuppone di fare un cammino spirituale, non è un sforzo isolato che salva la situazione. Bisogna diventare misericordiosi, Gesù dice siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro che è nei cieli ma capite che essere misericordiosi molte volte va contro la giustizia, come si fa ad essere misericordiosi è nello stesso tempo giusti? Eppure la giustizia senza misericordia non è vera giustizia, la giustizia di Dio se riusciamo a vederla, è già qui, lui senza peccato si è fatto crocifiggere, ha pagato il peccato di tutti, nessuna vendetta o maledizione, questa è la misericordia massima. Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno, dice Gesù. Noi, per diventare misericordiosi, dobbiamo tenere presente che nasciamo senza nessuna propensione alla misericordia, perché la nostra natura umana, ereditata da Adamo ed Eva, quella naturale, non è incline alla misericordia per niente e tuttavia con il battesimo ci viene data una veste nuova, bianca dal Signore che rappresenta una vita nuova, delle capacità nuove di tipo spirituali, e lo Spirito Santo posto in noi ci darà un cuore nuovo, ma quella vita nuova nello Spirito bisogna che si sviluppi ma per far questo, dobbiamo esercitarla come una pianticella che deve mettere i germogli, se i germogli li lasciamo sviluppare, la pianta cresce e con essa i frutti, diversamente non accade nulla e quando magari decideremo di portare anche un piccolo frutto, stranamente e terribilmente, vedremo che non saremo in grado di dare neanche quel poco, e  a quelli che credono di avere, sarà tolto anche quello che hanno. 

Quando noi nella vita superiamo i piccoli screzi, le piccole offese, i piccoli torti, e ce ne capitano, quel gesto di insofferenza, quella piccola difficoltà, allora apriamo il nostro cuore alla misericordia, e germoglia un frutto di essa, lasciandola sviluppare un pochino alla volta, ad es. passando al silenzio, evitando di giudicare, non condannare per non esser condannati, ecco che in questi modi sviluppiamo il nostro essere spirituali, così quell’abito che si assume ci fa diventare empatici alle sofferenze altrui, e non indifferenti, ecco che saremo intercessori e che pregheremo in spirito e verità, la sofferenza del fratello è la mia sofferenza, la sua difficoltà è la mia difficoltà, siamo membra dello stesso corpo che è il corpo mistico di Cristo, se un membro soffre, tutto il corpo soffre, ma questo si realizza man mano che si realizza il nostro essere spirituali in Cristo. Il Signore ha dato un esempio pratico, di perdono; lavare i piedi gli uni degli altri per avere parte con Me, dobbiamo avere questa clemenza, questa propensione d’animo nel superare le offese, di andare oltre ciò che abbiamo ricevuto di negativo, con l’aiuto del Signore, poco per volta si può dare la precedenza alla misericordia, cominciando se abbiamo parenti e conoscenti e ci siamo legati al dito quella cosa che ci hanno fatto, facciamo questo sforzo, vediamo di produrre un frutto di misericordia, non è un’astrazione filosofica, passa da una nostra decisione la misericordia. È una decisione di lasciare campo nel nostro cuore a Gesù che ci prende così come siamo, non ci rinfaccia nulla, però è pronto a donarci il suo Spirito perché dia frutto ed il primo è il perdono che dobbiamo accordare anche a noi stessi. 

                                                                                                                                                                                                                   Guido Tomasi