BEATI GLI OPERATORI DI PACE PERCHE’ SARANNO CHIAMATI FIGLI DI DIO. 1°APRILE 2016

Si cade nell’equivoco che l’operatore di pace sia una persona che ha gusto per starsene tranquillo, che non vuole grane, quello che non da fastidio e non vuole essere infastidito, invece non è così, perché gli operatori sono coloro che la fanno, la procurano, costruiscono la pace. Ci sono tante cose che possono togliere pace, innanzitutto se non c’è comunione con Dio, dove l’anima è unita al Signore, la pace è certo che c’è, Gesù è la pace, quando uno non oppone resistenza a Dio, certamente ha la pace con Dio e se ha la pace con Dio, ce l’ha anche con se stesso, ed è in grado di portarla agli altri, diversamente può avere tanti desideri buoni ma non è detto che ci riesca perché il mondo soffre di tante mancanze di amore, di equilibrio di tutti i generi, di disagi, sofferenze che provocano una mancanza di pace, e tuttavia l’operatore di pace è colui che dovrebbe portare la pace in tutti casi in cui non c’è. L’operatore di pace è colui che cerca di essere paziente, amichevole, comprensivo ma nella misura in cui lui stesso è pacificato dentro di sé può trasmettere la pace agli altri. E’ un po’ come il lievito che fa crescere la pasta, se uno dentro di sé ha tensioni, malcontenti, dei motivi di rabbia, rancore, è molto più difficile trasmettere tranquillità e pace. 

Non possiamo tirarci indietro dall’essere operatori di pace, non solo in famiglia, ma anche nella società anche se è molto complicato. Il catechismo della Chiesa Cattolica specifica che la pace non è assenza di guerra, perché il mondo ritiene di poter parlare di pace dicendo che il conflitto è cessato in quella tal nazione ma quella non è mica pace, è un’assenza di guerra, da un momento all’altro può riprendere, la pace non è equilibrio di forze, com’era per esempio durante la guerra fredda. La pace è una giustizia in senso ampio, in maniera che non ci siano persone danneggiate, sfruttate e altre che se ne approfittano, per es. in una situazione in cui c’è una nazione egemone che trae guadagno da cose poco lecite, o chiaramente illecite come può essere la vendita di armi in grande stile, una fetta della ricchezza di quella nazione deriva da quel tornaconto, oppure un’altra nazione che trae profitto dalle case da gioco d’azzardo, queste, sono fonti che non rispondono alla giustizia. 

La pace come diceva Don Tonino Bello più che un vocabolo è un vocabolario che comprende la ricerca della verità, l’affermazione delle libertà, la solidarietà, l’amore. La pace è la convivialità delle differenze, essere riuniti ad una stessa tavola, diversi però insieme, un po’ come nel Cenacolo, un po’ come il Signore ha previsto per noi nella frazione del pane, il Signore vuole mangiare con noi, Egli prevede con l’Eucarestia che ci sia questa convivialità nelle differenze ma prevede anche che il cristiano non solo osservi i dieci comandamenti ma prevede che uno in proprio si faccia un esame di coscienza e si chieda: ma io cerco la pace?

L’operatore di pace è anche quello che si mette in politica, perché se è veramente cristiano e non uno che sfrutta l’emblema del cristianesimo per avere voti, gli interessa l’applicazione del Vangelo, e allora si impegnerà seriamente perché non vengano promulgate leggi inique. Se la politica rimane nelle mani dei non cristiani ci possiamo aspettare che vengano fatte delle leggi che permettono o persino aumentino diseguaglianze gravi nella giustizia sociale e quando non c’è più giustizia sociale, ci sono frange della popolazione sotto la soglia della povertà che aumentano sempre più, e cresce il malcontento, la paura, a un certo punto, come diceva GIACOMO 2,15-16: Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?. Se uno non ha da mangiare hai voglia a dirgli di starsene tranquillo, pacca sulle spalle e via, noi abbiamo nei confronti del Signore degli obblighi che non riguardano solo lo Spirito ma anche l’essere materiale, vedi MATTEO 25, 34-40: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. 

Tutte queste cose sono collegate, quindi l’operatore di pace è colui che ha il cuore e il discernimento per capire non solo cosa può portare pace sulla punta del suo naso ma anche nel suo Comune, nel suo palazzo, nella sua regione, nella sua città, in Europa. L’operatore di pace non è solo esserlo in casa sua ma anche nella società.

Guido Tomasi