MISERICORDIA 23 OTTOBRE 2016

Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. (Rm 6:6)

Riassunto delle puntate precedenti… beh, non proprio un riassunto, perché richiederebbe troppo tempo.

Tuttavia, alcuni punti fermi essenziali ogni volta vanno richiamati.

Sarebbe come se, presentandoci per una visita medica, volessimo ignorare la nostra costituzione fisica. Anzi, proprio da questa occorre evidentemente partire. Ogni volta.

Perciò ora richiameremo molto molto brevemente i punti essenziali che ci servono per continuare nel nostro discorso.

Bene. Allora i punti base essenziali sono questi:

1) Abbiamo – credo esaurientemente – parlato della straordinaria complessità dell’uomo.

2) La natura trinitaria dell’uomo (Spirito, Anima, Corpo)

Se qualcuno volesse maggiori approfondimenti sui concetti espressi in occasione delle cliniche dell’anima degli ultimi mesi, può ascoltare le registrazioni che ne sono state fatte. 

In particolare, sulla natura trinitaria, potrebbe essere veramente utile risentire la registrazione degli esercizi di Muzzano di Agosto 2015 («Lo Spirito è pronto ma la Carne è debole»). Anche se la registrazione non riguarda tutti gli esercizi (è della domenica mattina), rappresenta tuttavia un buon riassunto degli stessi.

(Le registrazioni hanno il vantaggio che uno può risentire quante volte desidera magari quel passaggio perché più complicato da seguire e che magari dal vivo era risultato poco chiaro).

Degli Esercizi di Muzzano potrebbe essere particolarmente utile il libretto (non so se ce n’è ancora qualcuno, ma se qualcuno l’aveva preso, lo vada a rivedere), perché in fondo ci sono gli schemi – a colori – della natura trinitaria dell’uomo (prima del P.O. – dopo il P.O. – dopo la redenzione operata dal Signore Gesù). 

Quegli schemi mi sento di garantirvi che sono frutto di ispirazione dello Spirito Santo e pertanto vorrei che li consideraste non per chi li ha disegnati ma per Chi li ha ispirati.

Da quei due punti base che abbiamo citato, conseguono altri due punti essenziali:

3)  Abbiamo ribadito che così come l’uomo è soggetto a disfunzioni e malattie del corpo, almeno altrettanto è afflitto da disfunzioni dell’Anima.

4) Per i motivi che abbiamo spiegato a Giugno, in genere le guarigioni che riguardano il corpo sono più rapide a verificarsi, spesso sono addirittura istantanee, mentre le guarigioni delle ferite emozionali (dell’Anima), sono di solito più lente.

– Abbiamo più volte considerato le ferite subìte (che cioè ci sono state inferte da altri) in vari momenti della vita. L’elenco è tristemente lungo e purtroppo sempre attuale.

– Abbiamo anche accennato a malattie dell’Anima che in qualche modo, si sviluppano con noi, per motivi vari: per esempio a causa di modelli educativi errati, o magari per inclinazioni personali di cui non abbiamo neppure una vera responsabilità, ma che ci espongono a continui motivi di insoddisfazione e di infelicità.

 (Abbiamo fatto due incontri sul perfezionismo, vi ricordate?)

– Per ultimo (a giugno) abbiamo anche segnalato il danno (reale, ormai comprovato anche dalla scienza medica) che ci possono procurare i nostri stessi pensieri.

– A questi tre gruppi di malanni dell’Anima, ne manca ancora uno che riguarda praticamente la totalità degli uomini, credenti compresi. Ne abbiamo appena accennato la volta scorsa, citando Leon Blois, il quale scrisse in una sua opera: “non c’è che un’infelicità: quella di non essere santi”.

Saltando ogni possibile disquisizione in merito a questa affermazione un tantino perentoria, possiamo tuttavia concordare tutti su una cosa: prescindendo o meno da tutti i mali dell’anima di cui possono essere responsabili gli altri, poco o tanto, in modo più o meno grave, tutti gli uomini peccano. In varia misura, d’accordo. Ma chi può dire di essere senza peccato? La Parola è chiara:

[Il giusto cade sette volte al giorno (Pv 24, 16)]. 

[Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.(1Gv 1:8)].

O, addirittura:

[come sta scritto (Sal 14,3): Non c’è nessun giusto, nemmeno uno (Rm 3, 10)]

Quindi, in varia misura, facciamo tutti esperienza di peccato e ben sappiamo che il peccato, certamente, produce ferite all’anima, nei casi gravi, anche mortali. 

Non per scoraggiarci, ma giusto per aderenza alla Parola, sappiamo che il peccato non consiste nella trasgressione di una lista di precetti o nell’infrazione di un elenco di divieti (come ritenevano i Farisei), bensì essenzialmente in questo: non fare la volontà di Dio e che, appunto, solo Gesù l’ha compiuta alla perfezione: 

E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute «sì». Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro «amen» per la sua gloria. (2Corinzi 1:20). Perciò Gesù è definito l’Amen di Dio in Ap 3,14.

Giusto quindi, e salutare, raccomandarci spesso a Colui nel quale troviamo la remissione dei peccati e sovente ricorrere al sacramento della riconciliazione, che è una tavola di salvezza formidabile. 

Il Giubileo straordinario della Misericordia con l’indulgenza plenaria, poi, ha reso disponibile in ogni diocesi questa ulteriore divina benedizione. Il Giubileo sta per concludersi (20 novembre): forse è il caso di accostarsi o di riaccostarsi alla Porta Santa e (con le dovute disposizioni), varcarla con l’intenzione auspicata dal Papa Francesco, di farci noi stessi Misericordia per quanti vivono attorno a noi. 

Avevamo concluso che, se il rimedio definitivo per i problemi del corpo saranno risolti definitivamente con l’acquisizione del corpo glorioso (1Cor 15, 43 [42 Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; 43 si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; 44 si semina un corpo animale, risorge
un corpo spirituale]
)

Quelli dell’Anima invece, nonostante le molte difficoltà e complicazioni, possono essere completamente sanati già in questa vita.

Non ci nascondiamo che non è facile e nemmeno frequente, tuttavia sappiamo che se la Parola di Dio afferma possibile una cosa, allora quella cosa è possibile. Vedremo che la Parola di Dio ci conforta in tal senso in più punti.

Non sto dicendo: coraggio, le nostre afflizioni non sono poi granché, con un po’ di preghiera e un po’ di fede tutto si risolverà in men che non si dica.

Sarebbe mancare di obiettività in modo grave. Anzi, le afflizioni che patiamo nell’anima non sono meno serie e dolorose di quelle che si soffrono nel corpo e che – giustamente – suscitano compassione. 

Intendo però dire, a voi e a me stesso, che qualora il nostro IO divenisse perfettamente sottomesso allo Spirito Santo (mediante il nostro spirito che consente questa obbedienza e docilità), allora si attuerebbe quella condizione che ci renderebbe pienamente conformi a Gesù, e appunto per questo, spiritualmente
ed emotivamente sani in qualsiasi circostanza
.

Galati 2:20 Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. 

Non ci sono dubbi sul fatto che alcuni credenti erano così fortificati nell’uomo interiore (ovvero nel loro spirito), da non essere sconfitti da NESSUNA situazione esterna, per quanto questa fosse negativa. Proprio San Paolo ne ha dato prova evidente secondo quanto San Luca ci narra in Atti 16:

Atti 16:19 Ma vedendo i padroni che era partita anche la speranza del loro guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono nella piazza principale davanti ai capi della città;

Atti 16:20 presentandoli ai magistrati dissero: «Questi uomini gettano il disordine nella nostra città; sono Giudei

Atti 16:21 e predicano usanze che a noi Romani non è lecito accogliere né praticare».

Atti 16:22 La folla allora insorse contro di loro, mentre i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli

Atti 16:23 e dopo averli caricati di colpi, li gettarono in prigione e ordinarono al carceriere di far buona guardia.

Atti 16:24 Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella cella più interna della prigione e strinse i loro piedi nei ceppi.

Atti 16:25 Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i carcerati stavano ad ascoltarli.

Certo, ciò è logico: dopo una giornata trionfale, dopo essere stati acclamati da tutta la città, beneficiati e omaggiati in tutti i modi, dopo una festosa cena e un lieto commiato, nella comodità accogliente di un buon ricovero per la notte, giustamente, essendo santi uomini, resistevano un poco al sonno dedicando del tempo alla preghiera….

Evidentemente non erano solo parole, quando Paolo affermava:

Tutto posso in Colui che mi dà la forza (Fil 4:13)

Ma comunque non solo Paolo ma molti cristiani di ogni epoca hanno dato prova di possedere interiormente una forza divina e inattaccabile, che li ha resi in grado di non soccombere a nessuna circostanza esterna. 

Anche senza arrivare al martirio, e non in tempi lontani ma attuali, possiamo ricordare per esempio Padre Matteo La Grua, il quale aveva confessato con semplicità ai più intimi: 

“ci sono delle volte in cui mi rendo conto che non sono più io, ma c’è Gesù in me: E’ Lui che opera”. 

Gli aneddoti sui miracoli operati da Gesù attraverso Padre Matteo sono numerosi. *

D’altronde il Vangelo è molto chiaro a riguardo: “In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà” (Mt 18,19-20), poi dice: “In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò” (Gv 14, 12-14), ed ancora: “Qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui” (1Gv 3,22), ed
ancora:
“Questa è la fiducia che abbiamo in lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta. E se sappiamo che ci ascolta in quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già quello che gli abbiamo chiesto” (1Gv 5, 15-15).

Nei versetti citati, Gesù non dice: “se alcuni privilegiati tra voi chiederanno…forse il Padre concederà qualche cosa” (il che avrebbe comunque lasciato spazio a qualche speranza), bensì assicura che chiunque abbia vera fede, può ottenere nel Suo Nome ogni cosa e compiere prodigi più grandi di quelli che compiva Lui stesso.

Se riflettiamo su tutto ciò, questa promessa non può che apparire grandiosa, quasi incredibile; ci dice che in pratica possiamo usufruire della potenza di Dio se gliela chiediamo per qualcosa che è a Lui gradito.

Gesù è vivente in mezzo a noi e può operare prodigi proprio come 2000 anni fa. L’unica cosa che ci impedisce di mettere in atto queste stupende parole è la nostra fede, spesso purtroppo troppo tiepida. In molti casi è possibile assistere alla guarigione di una malattia o di un problema leggero mentre altri problemi gravi rimangono. Ciò è dovuto al fatto che la nostra fede spesso non si spinge e credere possibile che la potenza di Dio vada oltre i limiti che ci poniamo. La vera fede in Cristo potrebbe realmente fare resuscitare i morti come ci attestano molti Santi (e non solo) e compiere altri grandiosi prodigi. Dopotutto è lo stesso Gesù che ci dice: “In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile”.

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Tra poco, dopo una breve pausa di silenzio e di raccoglimento, il fratello Antonio ci guiderà in una preghiera personale, individuale, con la quale chiederemo al Signore Gesù, con serena fiducia che ci guarisca per i Suoi infiniti meriti, dalle nostre ferite emozionali e ci rafforzi potentemente nell’uomo interiore secondo questa supplica che San Paolo rivolge al padre in Efesini 3:

[… ] piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal Suo Spirito nell’uomo interiore.

Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

AMEN!

Guido Tomasi