Galati 6, 1-7. Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione. Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno pensa di essere qualcosa mentre non è nulla, inganna se stesso. Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora solo in se stesso e non negli altri troverà motivo di vanto: ciascuno infatti porterà il proprio fardello. Chi viene istruito nella dottrina, faccia parte di quanto possiede a chi lo istruisce. Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato.
Daniele 9,17-18. Ora ascolta, Dio nostro, la preghiera del tuo servo e le sue suppliche e per amor tuo, o Signore, fa’ risplendere il tuo volto sopra il tuo santuario, che è desolato. Porgi l’orecchio, mio Dio, e ascolta: apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni e la città sulla quale è stato invocato il tuo nome! Non presentiamo le nostre suppliche davanti a te, basate sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia.
Si parla di emozioni ferite nella clinica dell’anima, e le emozioni ferite ce le abbiamo più o meno tutti, di varia misura e entità e l’entità delle emozioni ferite deriva sia dal fatto in sé che l’ha causata ma anche dalla sua ripetizione e dal grado di fragilità della persona e quando l’ha ricevuta. L’esempio tipico è quello dell’albero, se si da un colpo di accetta o più di uno, e l’albero è grosso, il colpo bene non gli fa ma mica va giù, mentre invece se l’alberello è un fuscello anche meno di un colpo di accetta lo potrebbe tagliare. Quindi l’entità delle ferite emozionali è estremamente vario.
Vediamo come nella guarigione fisica sono tutti contenti di esserlo, o quasi, il Signore dice va bene sii guarito, invece nelle guarigioni emozionali c’è un altro problema, ossia entra in gioco nel processo di guarigione, la nostra libera volontà nel concedere il perdono a qualcuno, di solito le ferite emozionali non ce le facciamo da soli, qualcuno ce le procura, c’entra qualcuno dall’esterno più o meno intenzionalmente che ci fa del male, la guarigione passa attraverso il mio perdono, perché il Signore sa che la ferita dell’anima richiede il mio assenso e che la misericordia raggiunga non solo l’offeso ma anche l’offensore, questa è una logica che solo Dio capisce, non certo l’uomo naturale, egli non lo comprende. Fino a quando uno si dibatte nell’odio, nel rancore, è molto difficile che riesca a superare queste cose.
Il perdono non viene dato facilmente ecco perché le ferite emozionali non trovano guarigione immediata, occorre che ci sia una maturazione, una preparazione all’operazione, come per le malattie fisiche, uno che ha timore nell’operarsi e fa passare del tempo, la situazione peggiora sempre più, poi quando si decide a farla, comprende che se l’avesse fatta prima, non avrebbe penato così tanto. Non è diverso per le ferite emozionali, di solito si viene avvertiti che c’è bisogno di concedere il perdono, però un conto è l’avvertimento e un conto è poi farlo.
L’uomo è estremamente complesso, siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, ognuno di noi ha una ricchezza e una complessità infinite, se taglio un albero, nel tronco vedo gli anelli concentrici, ossia l’età, così anche nell’uomo di cinquant’anni, dentro ha anche il bambino di 10 e anche il giovanotto di 20 e l’uomo di 30 perché le ha vissute, gli effetti del tempo costruiscono quello che siamo. Noi esseri umani abbiamo una molteplicità di sfaccettature, di stati d’animo diversi.
Siamo fatti come un prodigio, l’amore di Dio è infinito e personale, questo dovrebbe darci una tranquillità interiore, GIOVANNI 3,16. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Questo versetto, se vissuto ci dovrebbe dare un’intima sicurezza, per quello che riguarda la nostra sorte, il Signore per me e per te vuole la felicità eterna. Il Signore ci vuole guarire qualunque cosa abbiamo ma rispetta la nostra volontà, non prevarrà mai su di essa, amatevi gli uni gli altri dice il Signore, come io ho amato voi, ma se uno non è disposto ad amare perché ha le sue ragioni, (il Signore le conosce e non ci accusa), queste, però, impediscono di procedere in questo progresso dello Spirito Santo nell’uomo. Il progetto di Dio per l’uomo è la gioia, la felicità, il bene eterno, la comunione con lui ma questa si realizza pienamente con lo Spirito Santo. Per fare questo passaggio previsto, ci vuole come figli amatissimi, ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà, noi siamo stati crocifissi con i nostri peccati lì sulla croce.
La possibilità di avere una vita nuova nello Spirito è realizzabile, ci sono degli impedimenti, che non sono solo il diavolo, ma anche i residui del peccato originale che ci fa fragili che ci fa soggetti alle malattie fisiche. Guardiamocela meglio quest’anima.
Lo scienziato ateo crede solo quello in cui la scienza gli dimostra e basta, il pensiero dell’uomo compresi i sentimenti e le capacità relazionali della mente dipendono dalla complessità del sistema nervoso ma per lo scienziato credente, non è così, il cervello è così sviluppato perché deve fare da interfaccia con lo spirito e la materia. L’uomo è in grado di adorare in spirito e verità. il dna dicono che è uguale a quelli degli scimpanzé ma questo è assurdo, come dire che gli atomi presenti nel blocco di marmo della montagna sono assolutamente uguali agli atomi che ci sono nella pietà di Michelangelo, essa è un’opera sublime ma non è equivalente.
Se si tolgono le capacità mentali e corporee c’è ancora lo spirito, per lo scienziato credente ma per quello ateo no, è finito tutto con la morte.
L’etica dell’ateo è miope, in vista del tutto è lecito, di un’autoaffermazione, di un soddisfacimento delle varie concupiscenze, denaro, potere, successo, piacere, quando questi diritti non sono più garantiti la soluzione è lo scarto, la cultura dello scarto, come dice Papa Francesco, lo scarto può essere subito o a fine vita, vedi l’eutanasia, non è più produttivo, mentre se l’uomo è fatto di anima, corpo e spirito, cambia tutto perché nel finale previsto del Signore prevarrà lo spirito. Nella creazione, Dio aveva fatto l’uomo così come lo vediamo nel giardino dell’Eden, Adamo colloquiava con Dio perché aveva lo spirito che glielo permetteva, anche Gesù ha preso un corpo e ha mantenuto una comunione con il Padre, io e il Padre siamo una cosa sola.
Nessuno è abbandonato nel piano di salvezza di Dio, rispetta i nostri tempi, ci vuole sani, santi e felici. Noi abbiamo solo del bene che ci aspetta, non opponiamo resistenza alla visione inziale dell’uomo dove lo Spirito Santo è in comunione con lo spirito dell’uomo, il quale comanda all’anima facendo da interfaccia al corpo/materia, arriva così la linea d’autorità dall’alto e procede verso il basso finché non viene eseguito quello che deve essere eseguito.
Con il peccato originale si è interrotto la comunicazione tra Spirito Santo e spirito dell’uomo, in questo modo, è l’anima che comanda e fa quello che dice il corpo, se al corpo piace bere, si beve, se vuole drogarsi, si droga. Anima e corpo sono un’accoppiata perdente, terribile. I pensieri negativi sono droghe che agiscono anche sull’organismo.
L’anima è l’essenza della personalità dell’uomo, è sinonimo di persona nel Vecchio Testamento.
Lo Spirito è formato dalla coscienza, dall’intuizione e dalla comunione, e ci fa gridare Abbà Padre, la coscienza ci dice che quella cosa che facciamo non va bene, non ha paura di dirci che una cosa non va fatta. Vedi quelle conversioni immediate, Andrè Frossard..il loro spirito attraverso l’intuizione ha accolto la verità di Dio nell’immediato.
L’anima è composta da volontà, intelletto, sentimenti/emozioni, essa riflette e muove una persona che la porta ad agire e fare le cose, l’intelletto è composto da affetti, desideri, sensibilità, es. l’anima magnifica il Signore, è un affetto verso Dio, desideri es. Ezechiele 24,21..delizia dei vostri occhi e sensibilità delle vostre anime.
In vista del progetto di Dio, l’anima non è in grado di vivere una vita nuova, essa è possibile solo nello Spirito, esso viene rivivificato solo se si accetta Gesù come Salvatore, come avviene nell’effusione dello Spirito, si passa dall’uomo vecchio all’uomo con la sottomissione dell’anima allo Spirito.
Il credente anche praticante non hanno una vera vita spirituale ma solo apparente, essa è camuffata dietro l’anima ovvero pensiero del mondo, desideri carnali. La carne è dura a morire, un quarto d’ora dopo la morte, alcuni dicono, ma fintanto che siamo vivi è dura vincere la carne, la personalità malata, ce l’abbiamo tutti in varia misura. E’ possibile vincere, grazie a Dio, che permette la vita nuova, ci fa aprire gli occhi e vedere dove sono i tranelli e le apparenze e denunciare che quello che ci guida non è lo spirito ma la carne. Il Signore ha pazienza di portarci alla felicità e guarigione. Il Signore è dalla nostra parte, è venuto per salvare e non per condannare.
Guido Tomasi