PREGATE, PREGATE, PREGATE
Riflessioni di P.Tomislav Vlasic sulla preghiera (da discorsi vari)
C’è un pericolo continuo che la gente che viene a Medjugorje resti bloccata in un giro chiuso. Succede in un gruppo, in una parrocchia, in una famiglia: la gente prega, digiuna, ma è sempre uguale. Non si muove, non cresce.
E’ molto importante nutrire la gente perché possa crescere. Tutti devono avere dei mezzi per crescere, per capire il Vangelo in modo migliore.
Il programma rimane lo stesso: la preghiera, il digiuno, la conversione. Ma quando dico preghiera, digiuno, conversione, la mia preghiera di oggi non deve essere uguale a quella di ieri.
Se io vado avanti, la mia preghiera di domani sarà migliore di questa di oggi. Cambierà qualche cosa. Facendo quello che ci dice la Madonna noi avanziamo piano piano.
Coloro che vogliono vivere una vita spirituale profonda, sentono il bisogno di lasciare tutto. Lasciare anche le ville, lasciare il denaro, lasciare tutto per vivere Dio.
La logica e la prudenza umana non valgono per la preghiera divina. E spesso la prudenza che noi usiamo nella vita spirituale è piuttosto un sofisma. E’ un compromesso tra il materiale e il soprannaturale.
L’amore non conosce compromessi, non conosce una prudenza sofistica. L’amore è totale, l’amore ci spinge avanti. Se vogliamo amare Dio con tutto il cuore bisogna lasciare tutto quello che blocca, vivere con Dio, con una apertura totale (6-10-84)
Dio al centro della nostra vita
Un americano che si trovava qui mi disse: la Madonna ha ragione quando ha detto: “Dovete rinunciare ai programmi televisivi”, perché i nostri figli vedono peccati gravi. Per me però il peccato più grave della televisione è che è divenuta Dio nelle vostre famiglie, perché è la televisione che segna il ritmo delle vostre famiglie nel tempo libero. E’ questo il Dio che voi adorate. Allora se volete capire la preghiera buttate il televisore in un angolo e mettete Dio al centro; è Dio che deve fare ordine nella vostra famiglia, è Dio che deve imporre il ritmo della vita. (1-6-84)
Il televisore si può guardare ma soltanto quando lo permette Dio, e non pregare Dio quando lo permette il televisore. Bisogna fare un capovolgimento dei valori. Dovete mettere ordine nelle vostre case se volete pregare. Se il televisore resta al centro della vostra giornata, Dio non può stare al centro. Se tanti oggetti, tante attrezzature nelle vostre case sono al centro, Dio non può essere al centro. Fatevi una casa semplice e vedrete come Dio è vicino a voi. (24-5-85)
Ho spiegato ai parrocchiani come possono pregare continuamente. Ho detto: “Quando andate in campagna, andate pregando. Dopo un’ora di lavoro siete stanchi: alzatevi e riposate un po’”. Perché non dire:”Gesù, voglio il riposo in Te”, “Gesù, benedici quello che ho fatto”?
In ogni momento dobbiamo trovare un contatto con Dio, cercare da Lui la benedizione, dare a Lui tutto.
Con questo atteggiamento Dio diventerà il centro della nostra vita, della nostra famiglia, della nostra casa.
Dio sarà il centro della nostra vita quando la preghiera sarà al centro della nostra vita. (26-5-84)
Dare il tempo e lo spazio a Dio
In autunno la Madonna disse: “Sarei molto contenta se le famiglie pregassero di mattina e di sera per mezz’ora”.
Quando ho detto questo ho visto la gente sbalordita. Eppure ogni famiglia dovrebbe fare così se vuole andare avanti. Se volete vivere la giornata con Dio avete bisogno di almeno 20 minuti di preghiera al mattino. E’ la condizione per passare la giornata con Dio.
Coloro che dicono: “Tutta la mia giornata appartiene a Dio” affermano una cosa falsa se non pregano abbastanza: Se le persone ogni mattina fanno un segno di croce e così di sera, non possono andare avanti spiritualmente, diventano sempre più nervose, distratte. Vogliono qualche grazia in fretta, vogliono premere un bottone, prendere…
Perché io possa essere sano devo dormire sette, otto ore… Come possiamo vivere con Dio senza dargli il tempo? E’ impossibile. Per ogni lavoro si richiede un tempo. Un tempo silenzioso, un tempo serio dobbiamo dedicare a Dio.
La gente di solito dice: “Non ho tempo”. E’ una grande bugia, perché quelli che lo dicono, guardano la televisione fino a mezzanotte, e quando c’è una partita si alzano, corrono a vedere…
Se voi usate il tempo per Dio, Dio userà il tempo per voi, per i vostri bambini. E molti problemi spariranno.
Se voi pregherete, non verrete a chiedere qualche grazia, ma le grazie verranno nelle vostre case. Se voi ridurrete la preghiera ad un minimo, riceverete un minimo: secondo la vostra misura vi sarà dato. (24-5-84)
Nelle vostre famiglie (lo dico anche nei conventi perché anche lì sono spariti questi elementi di preghiera) oltre al tempo dedicato a Dio, ci vuole anche lo spazio nella casa per Dio.
Mi piacerebbe che, tornati a casa, metteste Dio al posto del televisore e il televisore in un angolo. E’ importantissimo che abbiate per i bambini e per tutti, una camera di raccoglimento dove c’è la presenza visibile di Dio: una croce, una statua, un’immagine, davanti alla quale adorare Dio.
Se volete essere salvati, liberati dal ritmo pazzesco delle città, dovete avere il tempo e lo spazio per Dio. (3-8-84)
Preghiera e lavoro
In autunno la Madonna disse: “Non dimenticate: non si vive soltanto del lavoro, si vive anche di preghiera. I vostri lavori non andranno bene senza la preghiera”
La gente di solito incontra questo problema: come posso finire altri lavori per pregare abbastanza? Vi dico la mia esperienza: gli altri lavori li finirete più presto di prima. Avrete più tempo di prima perché non avrete più bisogno di litigare, di correggere i bambini, di portarli dallo psichiatra, di tante altre cose… Non ce ne sarà più bisogno perché si troverà una soddisfazione interiore dalla quale crescerà la famiglia, e tante difficoltà spariranno, tante cose non ci serviranno più. E i nostri lavori miglioreranno. Nei lavori noi vedremo che le cose andranno molto meglio. (31-7-85)
Pregare con pace
Molti mi domandano: “Come possiamo essere raccolti in questa vita pazzesca?” Io vi voglio indicare una strada.
Ricordatevi prima di tutto quanto ho già detto: riservare tempo a Dio; formare uno spazio nella casa, per Dio; scoprire Dio come il più grande valore: Dio è l’unico che può risolvere tutti i nostri problemi.
Poi un altro elemento. In questo periodo la Madonna ha sottolineato un frutto che deve seguire sempre la preghiera. E’ la pace, che deve essere creata anche prima della preghiera, come raccoglimento. Dobbiamo pregare con pace e raccoglimento. La nostra preghiera deve terminare in una pace molto grande.
Ricordatevi quello che ci ha insegnato Gesù: “Padre Nostro…”.
Mettetevi a pregare con calma e imparerete la preghiera. (3-8-84)
La preghiera è un grande desiderio di arrivare a Dio. Mettetevi a desiderare, a cercare Dio e arriverete alla preghiera. Chi vuole vivere di preghiera non può essere soddisfatto di una preghiera breve.
C’è uno sbaglio quando le persone dicono: “Tutto quello che io faccio è preghiera”; questo lo può dire soltanto una persona che prega molto durante il giorno, non una persona che non prega mai durante il giorno.
Aumentate le vostre preghiere. Voi non potete vivere se ogni giorno mangiate due minuti, se dormite un’ora a notte; così non potete vivere la vita cristiana pregando cinque minuti al giorno.
Ci sono cristiani che non pregano neanche cinque minuti al giorno e si dicono cristiani. Ma come può essere Dio il primo valore per me, se nel mio agire è l’ultimo? (3-8-84)
Riguardo alla metodologia della preghiera la Madonna ha detto: “La cosa fondamentale per la preghiera è avere un grande desiderio di Dio e un grande desiderio di salvare le anime. Lasciatevi portare da questi desideri, pregherete e troverete il tempo per la preghiera” (22-4-84)
Noi cristiani spesso siamo come delle persone malate: abbiamo perso l’appetito di Dio. Abbiamo appetito per mangiare, per dormire. La gente fa fatica a pregare. La preghiera è diventata uno sforzo perché manca un desiderio di Dio e Dio non è nel centro della nostra vita. (24-5-84)
Possono esserci diversi modi di preghiera, ma noi dobbiamo mettere Dio al centro, cercarlo e cercare di capire il suo programma in questo momento per noi, e viverlo.
La preghiera ha diverse modalità.
Ha diversi livelli: esiste una preghiera gridata quando mi trovo in difficoltà; esiste una preghiera meditata; esiste una preghiera comunitaria. Ci sono diversi modi di pregare, ma l’essenziale è di unirsi a Dio, piantare la parola divina nel nostro cuore per viverla.
Io posso ripetere mille preghiere, senza desiderare Dio. E’ molto pericoloso. Nella preghiera io devo scoprire Dio come desidera il mio cuore, in modo concreto.
Se apro il Vangelo ed esso mi dice: “non essere preoccupato”, devo andare verso quella parola per assimilarla.
Se io tutto il giorno prego, preoccupato, senza cambiamenti, e Dio ripete tutta la giornata “non preoccuparti, io sto con te”, la mia preghiera è sbagliata.
L’unione con Dio avviene attraverso il Vangelo, perché le parole del Vangelo sono chiarissime, sono concrete. (19-6-84)
Molti pregano qualcosa ma non Dio, cercano qualcosa ma non Dio. Invece colui che cerca e ama Dio prega: “io voglio vivere con Dio piuttosto che essere sano e guarito o risolvere quel certo problema; voglio vivere con Dio e vivere quello che c’è scritto nel Vangelo”.
Ci sono molti cristiani che apparentemente pregano, ma in realtà non riescono a progredire nella vita spirituale. Questo avviene perché non siamo entrati nell’amore.
Il cristiano deve entrare nella vita di Gesù, deve dedicarsi a Lui ogni giorno e domandare: “di cosa hai bisogno, Gesù? Che cosa posso fare per Te? Come posso promuovere i tuoi programmi? Come posso vivere così che Tu sia risorto dentro di me?, dentro la mia famiglia? dentro la mia parrocchia?”
Se noi ci mettiamo con questo desiderio di fronte a Gesù, ogni giorno, capiremo presto quello che dobbiamo fare; e se ci dedicheremo di più alla nostra famiglia, vedremo crescere noi stessi e quelli intorno a noi, li vedremo risuscitare da una vita che era morte. (29-4-85)
Gli innamorati si cercano sempre, loro vogliono vivere l’uno con l’altro, si sognano l’uno dell’altro, tutta la giornata si cercano, si pensano, si scrivono, perché sono innamorati.
Il precetto fondamentale del cristianesimo è proprio l’essere innamorati di Dio; amare Dio con tutte le forze e il prossimo come sé stessi.
La preghiera è un continuo cercare Dio.
Il cristianesimo radicale vuol dire essere sempre con Dio e in Dio. Pregare è cercare Dio.
Molte persone pregano, ma non cercano Dio; muovono le labbra, dicono le preghiere, ma non cercano Dio.
Cercare Dio vuol dire andare a Dio dal profondo del proprio cuore, desiderare quello che Dio vuole, chiedere che venga il suo Regno, chiedere che io possa capire quello che Lui vuole, chiedere la sua forza perché io possa realizzare quello che Lui vuole.
Molte persone vanno nei santuari e chiedono qualche cosa per sé, la salute, risolvere quel problema, ecc..., ma non cercano Dio. (3-8-84)
La preghiera è gravitazione del cuore
Pregare è una cosa molto semplice per chi conduce una vita semplice, ed è cosa molto complicata per chi ha una vita complicata.
E’ complicata quando c’è dissipazione interiore.
Quando abbiamo la mente sgombra, si sta molto bene con Dio, ma quando le preoccupazioni e le ansie subentrano nella nostra testa, non riusciamo più a pregare.
La Madonna ci ha detto il Giovedì Santo: “Non state accanto a Me, cercate di stare nel mio cuore”. Dio non deve essere solo accanto a noi: deve essere nel nostro cuore. Così pure la Vergine.
Nel mondo di oggi siamo tutti pieni di bisogni materiali, di occupazioni e di preoccupazioni. Per pregare dobbiamo fare tanti sforzi, perché Dio non è in noi, ma accanto a noi. E’ nell’angolo della nostra casa, ai margini della nostra vita. La preghiera rimane un dovere piuttosto che un bisogno interiore.
E’ semplice quando si ama
Con un amico ci si siede per delle ore, ci si sente proprio bene, il tempo passa…Così è possibile avere la preghiera per quattro o cinque ore, così amichevole con Dio, che ci sentiamo veramente bene.
Preghiera vuol dire un gran desiderio di Dio, un anelito verso Dio, tanto amore per Dio. Chi ha un grande desiderio di Dio, di arrivare a Dio, di vivere la vita di Dio, prega con facilità. (29-4-85)
La vita spirituale consiste nella preghiera profonda. Entrare nella profondità della vita spirituale vuol dire approfondire la preghiera. Ma nella profondità della preghiera si arriva pregando, digiunando ed amando. Questi tre elementi sono stati molto sottolineati dalla Madonna durante questo periodo. Pregare però non con le labbra soltanto, ma col cuore, e digiunare, amare i nemici, amare i sofferenti, amare i vicini, amare tutti.
Al Venerdì Santo la Madonna disse: “Vi do un segreto spirituale, così che voi potete essere protetti dal peccato ed essere sempre con Dio. Fatevi una coscienza attiva. Di mattina, pregate e leggete un brano del Vangelo. Mettetelo nella vostra mente e nel vostro cuore e portatelo tutta la giornata dentro di voi. Nei momenti di crisi voi riflettete di nuovo e pregate Dio perché rafforzi quella parola dentro di voi”
Ho capito che questo è fondamentale per la fede. Diverse volte la Madonna ci disse: “Se voi siete forti nella fede, Satana non può farvi nulla”. Ma non dimentichiamo che essere forti nella fede vuol dire proprio avere questa coscienza attiva, cioè crescere, essere pieni della Parola di Dio in senso attivo. (22-4-84)
Nei suoi messaggi, la Vergine segue una pedagogia particolare.
Quando a metà Quaresima ci siamo trattenuti a pregare ore ed ore sul Padre Nostro, la Vergine, che voleva portarci alla profondità della preghiera, ci disse: “Meglio un Padre Nostro che cento”. Con ciò non intendeva che diminuissimo il tempo della preghiera, ma che entrassimo in comunicazione con Dio con profondità.
La profondità della preghiera è legata alla profondità della vita.
Possiamo pregare il Padre Nostro soltanto se prima l’abbiamo vissuto. Molti membri del gruppo di preghiera hanno osservato: “Come mai l’ultimo giovedì, quando ci siamo esercitati sul Padre Nostro, abbiamo sentito una forza, la presenza di Dio, mentre quando abbiamo detto il Padre Nostro a casa non l’abbiamo sentito?”
La Vergine rispose: “Giovedì avete assistito alla Messa, siete stati all’Adorazione al Santissimo, siete stati pieni: allora potevate vivere il Padre Nostro”.
Per vivere un Padre Nostro non è sufficiente pronunciare le parole, ma bisogna entrare ogni giorno sempre più nel contenuto del Padre Nostro, nel contenuto del Vangelo. Il Padre Nostro deve ricevere ogni giorno un contenuto nuovo, indipendentemente dalla forma. (29-4-85)
Non sempre noi riusciamo a vivere la preghiera nel suo contenuto, perché noi stessi poniamo dei freni. Questi freni sono nel cuore che resiste, che respinge, oppure che non cammina al passo. Ognuno si sforzi di andare avanti, di aprire il cuore. Gli stessi Apostoli, dopo la risurrezione di Gesù, hanno compiuto questi passi:
¨ dapprima hanno visto, ma non hanno creduto; hanno palpato, sono rimasti stupiti, ma non hanno capito col cuore;
¨ poi, quando Gesù aprì le loro menti, hanno capito ciò che era stato detto dal Messia; Gesù disse loro: “Adesso rimanete nella preghiera e attendete lo Spirito Santo”;
¨ infine, quando ricevettero lo Spirito Santo, hanno avuto un’apertura totale del cuore: lo Spirito Santo li ha illuminati, e con la forza venuta dal cielo cominciarono a predicare il Vangelo. (29-4-85)
Se noi non andiamo oltre i doveri, non entreremo nel Regno di Dio: è detto nel Vangelo di Matteo (5,17): “Se la vostra giustizia non oltrepassa la giustizia dei farisei, non entrerete nel Regno di Dio”.
Andate oltre i vostri doveri, avvicinatevi a Gesù con amore; avvicinatevi al Vangelo, alla preghiera, e andate avanti finché Gesù diventi il vostro bisogno. Quanto Gesù diventerà il vostro bisogno, voi sarete felici. Allora capirete che con la metà delle cose materiali, sarete più felici che non con tutto quello che vi si offre, e anche i vostri impegni andranno diversamente, come disse la Vergine : “I vostri lavori non andranno bene senza la preghiera di mattina e di sera. Dovete capire che i vostri lavori non possono essere fatti bene senza la preghiera”.
Molti cristiani scelti da Dio, resistono alla grazia. Quando Dio vuole portare attraverso le difficoltà, le croci, noi non vediamo più la luce, ma chi vuole andare nella profondità della vita cristiana deve attraversare le croci.
Una persona malata interiormente non può essere guarita finché la medicina non tocca il posto malato. Il progresso della vita spirituale è frutto di una cura che Dio applica. Spesso ho riflettuto sulla conversione del mondo, perché Dio permette certe difficoltà, certe crisi, certe prove: ho compreso che deve essere così, non può essere altrimenti, perché la conversione non è un atto di dichiarazione, ma un atto di guarigione, come succede per la terapia dell’ulcera: bisogna aprire, pulire e curare l’organismo.
Le persone che vogliono progredire nella vita spirituale, spesso fanno resistenza alle croci, e chi fa resistenza alle croci non può andare avanti: “Non dimenticate che ogni opera divina deve passare attraverso le croci”. (29-4-85)