LA PREGHIERA DI EFFUSIONE

(Tarcisio Mezzetti – Lozio – luglio 1987)

Ci prepariamo a parlare di un grande evento di guarigione: l’effusione dello Spirito Santo. Padre Linn dice che quando sentì parlare per la prima volta di Battesimo nello Spirito, già da 10 anni era un gesuita e pensava di vivere come un buon religioso. Che bisogno avrebbe mai avuto di ricevere il Battesimo nello Spirito (così si chiama nei paesi anglosassoni). Il Battesimo nello Spirito lo rendeva oltremodo confuso.

La dizione viene da Luca 3,16 in cui il Battista parlando di Gesù dice: "io vi battezzo con acqua ma viene Uno che è più forte di me al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali, costui vi battezzerà in Spirito e fuoco".

In realtà quello che viene chiamato Battesimo nello Spirito non è affatto un battesimo, ma è semplicemente una preghiera per l’effusione dei doni dello Spirito.

La ragione per cui io avevo bisogno di una più profonda effusione dello Spirito e dei suoi doni, confessa Padre Linn, era la stessa di cui avevano bisogno gli apostoli nel Vangelo di Giovanni "la sera di quello stesso giorno, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i Discepoli per paura dei giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: Pace a voi. Detto questo mostrò loro le mani e il costato e i Discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi , come il Padre ha mandato Me anche Io mando voi, dopo aver detto questo alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo" (Gv 20,19-22).

Dopo che lo Spirito Santo venne su di loro a Pentecoste gli stessi Apostoli, che prima erano spaventati e chiusi in sé stessi, cominciarono come Gesù, a insegnare, a predicare ai gentili, a guarire, a vivere la sua povertà in comunità.

Molte persone su cui si è pregato per l’effusione in realtà l’effusione non l’hanno mai ricevuta, vuoi per mancanza di preparazione, vuoi per mancanza di un cuore aperto a ricevere l’ effusione dello Spirito Santo.

Per questo è necessario il Seminario; ma voi scoprirete che anche un seminario non diretto all’effusione dello Spirito ma diretto ad una conversione reale cioè alla scoperta di Gesù Cristo Signore della mia vita, è naturalmente sufficiente per ricevere l’effusione dello Spirito Santo.

Quando quindi io mi domando se ho bisogno di una effusione dello Spirito Santo, la domanda che veramente mi devo porre è questa: c’è qualche area della mia vita in cui io non sono come Gesù?

Se è così io, ho bisogno dell’effusione dello Spirito perché, quando mi dona il suo Spirito, il Padre mi dice: "per mezzo del battesimo ti ho chiamato a diventare il corpo mistico di Gesù, per mezzo dell’Eucarestia ti ho invitato a prendere la sua carne, per mezzo della Confermazione ti ho riempito del suo Spirito, così che tu possa essere guidato e reso potente come Gesù. Ora ricevi ancora una volta l’effusione dello Spirito Santo in modo che tu possa essere più profondamente Gesù, con la sua mente e il suo cuore, e possa fare le stesse cose che faceva Lui, proprio come le faceva Lui".

Fino alla discesa dello Spirito Santo, Gesù aveva molti apostoli e discepoli che erano vissuti con Lui per lungo tempo, ma che ancora si trovavano chiusi dentro il Cenacolo con le porte sbarrate. Padre Linn dice: proprio come me che ero un Gesuita chiuso dentro le mie porte.

Gli apostoli non avevano capito niente, litigavano per sapere chi era il primo, fuggivano davanti alla croce, non credevano a chi aveva visto Gesù resuscitato, e i Vangeli dicono che Gesù lo disse almeno 3 volte che sarebbe successo e ancora non ci credevano.

Dopo però le cose cambiarono: quando presero le bastonate dai giudei, tornarono a casa contenti perché erano stati malmenati per il nome di Gesù. Furono pronti a farsi tagliare la testa, a farsi mettere in croce all’ingiù, ad andare in prigione, a fare tutto per il nome di Gesù. Erano diventati come Gesù.

Padre Linn dice : io conoscevo Gesù, ma vivevo dietro le porte chiuse perché avevo paura di predicare , di insegnare e di guarire. Avevo paura di essere totalmente Gesù, vivendo come Lui, totalmente per il Padre e per i fratelli.

Noi ci teniamo sempre un po’ a vivere per noi stessi dimenticando che chi vuole salvare la propria vita, la perderà.

Dice padre Linn: io dicevo ma non credevo veramente :"in verità in verità vi dico anche chi crede in me farà le opere che io faccio e ne farà di più grandi" (Gv 14,12) e la maggior parte dei cristiani sono proprio così: dicono ma non credono a quello che Gesù Cristo ha detto. Io dicevo ma non capivo: "sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo ma Cristo che vive in me".

Lo scopo del seminario è di farci capire che con Gesù e nel nome di Gesù potevamo fare tutto, perfino liberarci dal potere di satana. Inoltre con la potenza di Gesù noi potevamo essere Gesù dentro di noi: potevamo avere il cuore di Gesù, le mani di Gesù, i pensieri di Gesù.

La sola cosa che si chiede per ottenere un’effusione dello Spirito è che io debba essere uno che ha bisogno, e che chiede pur rimanendo dietro le porte chiuse. In tal modo io posso pregare per questa effusione dello Spirito tante volte nella mia vita per quanti sono i modi di aver bisogno di essere Gesù, quindi: sempre. Posso fare della mia vita una continua effusione dello Spirito Santo.

Non so se avete notato che, ogni volta che c’è una messa, il Sacerdote invita lo Spirito a essere effuso un’altra volta sul pane e sul vino; non solo, ma ad essere effuso su tutto il corpo dei fedeli anche se non usa il verbo: "che lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo". E non è questa un’effusione dello Spirito? Non si chiede che lo Spirito di nuovo sia effuso su tutto il corpo dei fedeli perché di nuovo si formi il corpo di Gesù; perché di nuovo abbiamo bisogno di diventare Gesù?

Tutti i carismi non sono altro che la potenza dello Spirito Santo nel Corpo di Gesù, cioè la potenza di Gesù. Gesù guariva e noi lo possiamo fare, Gesù resuscitava dai morti e noi lo possiamo fare, perché è Lui che lo fa e non noi. Il nostro scopo e sforzo è quello di diventare questo corpo di Gesù cioè Gesù; non è un’astrazione.

E’ finito il tempo di un cattolicesimo semiprotestante; o siamo cattolici e lo siamo fino in fondo o dobbiamo avere il coraggio di uscire dalla Chiesa. Gesù Cristo ha detto: "ponete le mani sui malati e questi guariranno": se questa è una astrazione allora è più astrazione dire che il suo Corpo vive veramente dentro l’Eucarestia. O accetto tutto il Vangelo o in realtà non accetto niente. I fratelli protestanti che hanno solo la Scrittura hanno capito bene che se la scrittura viene scalzata non c’è più cristianesimo.

Una delle funzioni del Rinnovamento è di riprendere in mano la torcia e di rialzarla in alto perché faccia luce a tutta la casa. Negli Atti degli Apostoli al capitolo 2 viene descritto come il giorno di Pentecoste lo Spirito Santo scese sugli Apostoli e sui discepoli e loro cominciarono a profetare e a parlare in lingue. Ma quella non fu l’unica volta che lo Spirito scese su di loro; nel capitolo 4 infatti viene descritto come i Sadducei imprigionassero Pietro e Giovanni e, quando il Sinedrio li rilasciò in libertà, essi avevano bisogno del dono del coraggio per poter continuare a predicare. Così essi e i loro fratelli pregarono per avere questo dono: una nuova effusione dello Spirito, ed essi furono tutti ripieni dello Spirito Santo tantochè tremarono le mura, ed annunciavano la Parola di Dio con Franchezza (At 4,31). Queste persone che avevano ricevuto una effusione dello Spirito due capitoli prima, si trovarono di nuovo in una nuova situazione in cui avevano di nuovo bisogno dello Spirito Santo , questa volta chiedevano il coraggio di Gesù.

In qualsiasi momento un’area qualsiasi della nostra vita ha bisogno di essere più come Gesù; bisogna pregare per ricevere una nuova effusione dello spirito Santo. Questo non è una esigenza dei carismatici, è un’esigenza di tutta la Chiesa.

Per quale carisma dovrei pregare?

Vi sono testi della Scrittura che riportano liste di carismi; San Paolo nella prima lettera ai Corinzi 12,4: " Vi sono poi diversità di carismi ma uno solo è lo Spirito, vi sono diversità di ministeri ma uno solo è il Signore, vi sono diversità di operazioni ma uno solo è Dio che opera tutto in tutti e a ciascuno è data una manifestazione straordinaria dello Spirito Santo per l’utilità comune". Non a qualcuno ma a ciascuno è data una manifestazione particolare dello spirito per l’utilità comune. "A uno viene concesso dallo Spirito o il linguaggio della Sapienza, a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza, a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito, a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito. A uno il potere dei miracoli , a un altro il dono della profezia, a un altro il dono di distinguere gli Spiriti, a un altro la varietà delle lingue, a un altro infine l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l’unico e medesimo Spirito che le opera distribuendole a ciascuno come vuole Lui "(1^ Cor 12, 4-11).

Un vescovo sosteneva che, siccome San Pietro quella mattina doveva gridare forte per farsi sentire da tanta gente, allora non si capiva bene cosa dicesse, e così quelle sarebbero state le lingue. Ma allora non si capisce perché San Paolo dovrebbe dire nel capitolo 14 della prima lettera ai Corinzi "chi parla in lingue non parla agli uomini ma parla a Dio perché mosso dallo Spirito dice cose misteriose e nessuno lo capisce". E non si capisce perché dovrebbe essere un carisma elencato nella parola di Dio quando potrebbe essere sostituito da un microfono e un altoparlante.

Dirà ancora San Paolo: "è Lui che ha stabilito alcuni come Apostoli, altri come Profeti, altri come Evangelisti , altri come pastori o maestri, per rendere idonei i fratelli al fine di edificare il corpo di Cristo finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del figlio di Dio , allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene la piena maturità di Cristo" (Ef, 4,11-13). Ancora S.Paolo ai Romani: "Poiché come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi pur essendo molti, siamo un solo Corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri". Abbiamo pertanto doni diversi secondo la Grazia data a ciascuno di noi, "Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede, chi ha un ministero attenda al ministero, chi l’insegnamento attenda all’insegnamento, chi l’esortazione, attenda all’esortazione, chi dà lo faccia con semplicità, chi presiede lo faccia con diligenza, chi fa opere di misericordia le compia con gioia" (Rm 12, 6-8).

Nella 1^ lettera ai Corinzi ci viene indicato al capitolo 13 che il dono chiave dello Spirito è la Carità; anzi S.Paolo ci dice che la Carità è la via migliore di tutte, cioè è la via su cui tutti i carismi si muovono perché Gesù Cristo è Dio, e Dio è Amore. Ma allora ci sono tanti carismi, oltre quelli elencati, per quanti sono i modi di amare. Per esempio la povertà è un carisma, la castità è un carisma, l’obbedienza è un carisma, la fedeltà coniugale è un carisma, la maternità è un carisma, la paternità, lo scrivere, il pregare, il perdonare, l’ascoltare, l’assistere i bisognosi, su su su fino a quello di fare i miracoli: sono tutti carismi. Non cadete nella trappola di credere i carismi ordinari, i carismi straordinari, quelli che vanno dalla A alla M quelli che vanno dalla M alla Z, i primi valgono, i secondi non si sa…

State attenti: se una cosa che noi facciamo è una cosa di Dio ed è un dono di Dio, mi sapete dire come fa un dono di Dio ad essere ORDINARIO ? Per me tutto quello che viene da Dio è STRAORDINARIO. Io non intendo mai recedere dall’idea che è tutto così straordinario che devo ringraziare Dio di tutto, perché se tutto fosse ordinario, allora questo Dio non mi avrebbe regalato granché!.

Ci sono insomma tanti doni o carismi dello Spirito per quanti sono i possibili modi di essere Gesù o Maria. Essere Maria vuol dire di essere così pieni di Spirito Santo che Gesù nasce in noi come è nato in Lei.

Essere Gesù non vuol dire essere il Messia che salva tutti, ma vuol dire che io sono me stesso, aperto a tutto l’Amore del padre, così tanto aperto che anche nella mia debolezza sono reso capace dallo Spirito ad amare come ama Gesù. Mi vanterò della mia debolezza perché nella mia debolezza si manifesta la sua Potenza.

Per quanto l’unico requisito necessario per ricevere l’effusione dello Spirito sia quello di essere un BISOGNOSO e chiedere di essere Gesù, dice Padre Linn, all’inizio della mia esperienza io non l’avevo affatto capito. Io pensavo che l’effusione dello Spirito fosse qualcosa che io dovevo guadagnarmi, come fosse una mostrina di merito, perciò spesi tutto un ritiro di otto giorni per prepararmi, prima di chiedere a alcuni amici di pregare su di me. Il mio atteggiamento interiore era questo: OK Signore, io ho fatto tutto per guadagnarmela l’effusione dello Spirito e tutto questo pur di non ammettere quanta fame avessi dentro di me di ricevere l’effusione dello Spirito.

Ricordatevi che l’effusione non viene se non avete SETE: "chi ha sete venga, e beva chi crede in Me, fiumi di acqua viva usciranno dal suo seno". Ricevere l’effusione non è il meccanismo finale di un seminario per l’effusione dello Spirito, è una SETE. Dopo che ricevetti la preghiera, mi sentivo più in pace, ma non era stata l’esperienza drammatica che mi ero aspettato ed ero francamente deluso.

Durante l’anno che seguì, io sperimentai un amore più profondo per la scrittura e mi sentivo più a mio agio nel viverla. Tuttavia sentivo che ancora mi mancava qualcosa, come se l’effusione non avesse ancora fatto presa su di me.

Per mia fortuna, vicino a casa c’era un gruppo di preghiera che aveva un ministero speciale, fatto apposta per me: quello di ripregare per l’effusione e per abituare i fratelli ad abbandonarsi al dono delle lingue. Andai perciò da loro e dissi: ho ricevuto la preghiera di effusione circa un anno fa, ho ricevuto più pace, amo di più la Scrittura, amo di più la gente, ma non credo di aver ricevuto nessun carisma particolare.

Essi mi risposero: ma che cosa chiedevi veramente al Signore quando hai ricevuto l’effusione dello Spirito? Anche noi: se poco abbiamo chiesto, poco abbiamo ricevuto. Se io metto un rubinetto alla fine di un acquedotto: intanto uscirà acqua solo quanto porta il rubinetto; poi secondo quanto lo apro o chiudo uscirà più o meno acqua. L’acquedotto è immenso e il rubinetto è piccolo, quindi dipende solo da quanto apriamo il rubinetto. "Quanta acqua vuoi?"

Questa domanda mi colpì perché il fondatore dei Gesuiti, S.Ignazio, ci spinge a chiederci la stessa domanda in tutti i suoi esercizi spirituali.

Vidi quindi la mia triste realtà: io non volevo molto, e soprattutto non desideravo il dono delle lingue che mi faceva apparire ridicolo: un gesuita col dono delle lingue!

Dissi perciò a quel gruppo che desideravo il dono della preghiera.

Vedete in quanti modi noi ci nascondiamo? Pensavo che se avessi avuto il dono della preghiera avrei avuto tutto, non avrei chiesto niente di specifico e quindi non sarei rimasto deluso se poi non avessi ricevuto dal Signore.

Ma quei fratelli mi risposero che il dono dello Spirito che ci viene dato per aiutarci a pregare è il dono delle lingue. Dice infatti S.Paolo: "allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi con gemiti inesprimibili e Colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito poiché Egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio" Rm 8, 26-27.

Essi mi spiegarono che il dono delle lingue ci aiuta ad esprimere un amore ed una gratitudine per il Signore, che vanno molto al di là delle parole. Per ricevere questo dono avrei quindi prima di tutto volerlo, e poi parlare dal cuore per poterlo avere.

Mi hanno poi anche spiegato che ci sono due ragioni principali che ci impediscono di parlare in lingue: il problema non sta in Dio che si trattiene il dono per sé, anche perché Giacomo scrive nella sua lettera: "chi non ha il dono della Sapienza lo chieda a Dio che dà a tutti volentieri e senza rinfacciare. Ma chi chiede chieda con fede senza dubitare perché chi dubita è come l’onda del mare, sbattuta dal vento qua e là. Un uomo indeciso e incoerente in tutto quello che fa, non si aspetti di ricevere qualcosa dal Signore" (Giacomo 1,5).

Quindi noi dobbiamo chiedere a Dio, e quando abbiamo bisogno di qualche altro carisma, dobbiamo chiederlo.

Il problema quindi non sta in Dio ma sta in noi; abbiamo paura di essere come bambini che farfugliano dei suoni per esprimere ciò che sta nel loro cuore.

Ma care mamme, quando i vostri bambini stavano davanti a voi e cominciavano a dire "mmammma… bbabbba… papppa…" voi gioivate: "mi ha chiamato mamma!, mi ha chiamato babbo..!". Quando voi balbettate davanti al Padre "abba!", il Padre dice:" mi ha chiamato papà!...mi ha riconosciuto che sono il suo papà, fate festa" dirà agli angeli, ed essi faranno festa perché il Papà esulta dentro il suo cuore!

Se davanti al Padre e all’amore che gli dobbiamo non siamo capaci di dirgli nient’altro che: "grazie Padre, benedetto te Padre" vuol dire che il nostro amore è povero povero, perché le parole sono finite, più di quelle non ce ne sono.

Per ricevere qualsiasi dono dobbiamo abbandonare le nostre paure e cominciare ad usare il nostro dono. Per molti c’è anche la paura di cosa diranno gli altri, ci sono i blocchi emotivi, ci vergogniamo dei vicini. Gesù ha detto: "chi si vergognerà di me davanti agli uomini, Io mi vergognerò di lui davanti al Padre mio".

Per esempio, se qualcuno desidera il dono di annunciare la Parola di Dio, non ne farà mai esperienza fino al giorno in cui si alzerà in piedi e comincerà a parlare dicendo cosa gli viene dal cuore. Isaia non ha scritto perché come successo a Maometto, l’angelo Gabriele lo ha preso per la gola obbligandolo a scrivere. Il Signore ha mandato una ispirazione che Isaia ha seguito prendendo la penna e scrivendo di suo ispirato dallo spirito.

Continua Padre Linn: più ascoltavo le loro spiegazioni più desideravo il dono delle lingue. Così finalmente lo chiesi al Signore; poi mi misi in contatto con il mio amore per il Signore e cercai di metterlo in parole come: "grazie, Gesù, Alleluia.." Ben presto raggiunsi il punto in cui le parole non erano abbastanza; allora potei far salire da dentro di me qualsiasi suono che esprimesse al meglio il mio amore per il Signore. Cominciai a ringraziare il Signore per tutti i modi in cui Lui mi amava e ben presto volevo dirgli molto di più che soltanto dirgli "grazie ". Volevo dare a Gesù ogni cosa che stava dentro di me e espirando profondamente respirai fuori di me tutto quello che dentro di me ringraziava Dio. Sembravo una macchina a vapore; era questo il mio modo di dire al Signore: "tutto il mio respiro e la mia vita appartengono a Te".

Questo è stato l’inizio del mio dono delle lingue. Il Signore voleva che io fossi come un bambino e che io andassi al di là delle parole logiche, per entrare in relazione con Lui. Così durante i giorni che seguirono io cominciavo la preghiera dicendo: "grazie per tutto ciò che era successo quel giorno" finché finalmente avevo voluto ringraziare Gesù con quel "grazie" più profondo che disse ogni cosa con quel mio respiro profondo. Scoprii anche che quando non riuscivo a pregare, potevo cominciare con quelle sillabe ed esse mi ricordavano la gratitudine che io avevo sperimentato. Il dono delle lingue cresceva man mano che lo usavo e ringraziavo Dio. Gli altri doni per cui avevo pregato quella notte, crescevano anche essi man mano che io ringraziavo Dio e li usavo.

I carismi vanno usati altrimenti svaniscono.

Non è sempre facile andare verso gli altri ed esercitare i nostri doni. Quando Gesù ci dona il suo Spirito Egli ci dona la potenza per resistere alle forze che vogliono trattenerci; tuttavia all’inizio possiamo ancora sentirci pieni di timori.

Racconta ancora Padre Linn: "la prima persona su cui pregai per la guarigione era una donna Sioux che si chiamava Mary e che era in qualche modo diventata la mia nonna per l’affetto che le portavo. Un giorno la sua famiglia mi chiamò perchè Mary stava morendo, era in coma da due settimane e mi chiesero di pregare per la sua guarigione. Per quanto non mi sarebbe dispiaciuto fare una vaga preghiera, io avevo una grande paura di pregare per una guarigione specifica, perché pensavo di non avere le parole giuste o di o di far sorgere false aspettative nei parenti. Superai perciò le mie paure e andai a visitarla. Poiché Mary, in coma, non poteva parlare, io presi solo la sua mano e le dissi che la amavo molto, che i suoi nipoti la amavano e che Gesù la amava molto di più di quanto fosse possibile farlo noi. Le chiesi allora di prendere la mano di Gesù e di andare con Lui in qualsiasi luogo Lui la volesse condurre: cioè a morire. Io parlavo così perché ero convinto che Mary sarebbe morta di lì a poco. Poi in silenzio pregai in lingue dentro di me per circa trenta secondi. Quando ebbi finito, pensando di aver fatto tutto quello che potevo fare per Mary, me ne andai a visitare altri pazienti che invece potevano parlare. Quando più tardi passai davanti alla stanza delle infermiere, mi dissero che Mary era uscita dal coma e che mi cercava. Andai da Mary che mi chiese subito: "tu sei venuto a trovarmi?" risposi: "si, ma come fai a saperlo?". Mi rispose "ho sentito tutto. Io non potevo muovermi né parlare. Quando tu sei venuto e hai preso la mia mano io ho sentito la mano di Gesù e ho sentito che Lui parlava con me e mi chiedeva "cosa vuoi?" Gesù era venuto a prendermi la mano mentre parlavi in lingue. Tu mi avevi fatto diventare così nostalgica per miei nipoti che io gli ho risposto che volevo tornare indietro e stare ancora con loro. Lui allora mi ha riportato qui, e mi sono svegliata".

Anche se io ero stato così insicuro e timoroso, mi ero tuttavia avvicinato a Mary e avevo pregato per lei perché la amavo.

Lo Spirito Santo non mi aveva tolto le paure, ma piuttosto mi aveva dato abbastanza amore da avvicinarmi a lei nel mezzo della mia paura, ed esercitare così il dono della guarigione. Io avevo paura del dono della preghiera di guarigione, ma mi fu dato dallo Spirito il dono dell’amore perfetto che caccia ogni timore e porta con sé la libertà per andare sempre più avanti.

Per ambedue i doni, quello delle lingue e quello di guarigione, io ho fatto una esperienza di una effusione dello Spirito molto graduale, ma per altri l’effusione dello Spirito può essere una esperienza molto improvvisa e drammatica. Per esempio in me il dono delle lingue si è sviluppato man mano che io ho superato la mia paura di apparire sciocco. Potevo così cercare nuovi suoni che potevano esprimere meglio cosa io avevo nel cuore. Per altri invece, come gli Apostoli nel Cenacolo, il dono delle lingue avvenne improvvisamente e drammaticamente senza alcuno sforzo da parte loro.

Ma non ha nessuna importanza se un dono arriva improvvisamente o gradualmente, mentre noi cerchiamo di usarlo. Il segno per sapere se un dono viene dal Signore non è il modo in cui viene ma quali sono i suoi frutti. Così "ogni albero buono produce frutti buoni ed ogni albero cattivo produce frutti cattivi, dice il Signore; un albero buono non può produrre frutti cattivi né un albero cattivo produrre frutti buoni" (Mt.7, 17-18).

Per esempio, dopo aver pregato in lingue per una settimana noi possiamo chiederci: ci sentiamo più vicini a Dio da quando abbiamo ricevuto questo dono? Le mie azioni sono più portate ad essere verso gli altri? Siamo più felici? Siamo più in pace?

Se la risposta è si allora possiamo essere abbastanza certi che si tratta di un dono che viene da Dio. Se d’altra parte il dono delle lingue ci fa diventare arroganti e ci fa guardare dall’alto in basso coloro che non l’hanno, allora possiamo seriamente mettere in dubbio che il dono viene da Dio.

Per quanto abbiamo usato il dono delle lingue come un esempio, non è tuttavia questo il dono più importante. San Paolo ci dice che egli desidera che noi tutti abbiamo questo dono, ma è veramente il meno importante di tutti i doni (1^Cor 14, 5). Il dono più importante da chiedere è sempre il dono che ci fa più paura, è quello che dobbiamo chiedere.

Recentemente dice padre Linn, abbiamo fatto un ritiro per circa cento Gesuiti. Quando pregammo su di essi, quasi tutti ricevettero il dono delle lingue. Io credo che ciò accadde non perché questo fosse il dono più importante, ma perché era quello di cui avevano più paura e di cui avevano più bisogno. I doni ci vengono dati per farci diventare più liberi e molti gesuiti come me tendono a vivere dentro la loro testa e ad essere super-razionali. Così quei Sacerdoti Gesuiti al nostro ritiro avevano bisogno del dono delle lingue per liberare i loro cuori, e per sentire ed intuire più profondamente come Gesù. Quando chiediamo i doni la domanda da fare è questa: di che cosa ho bisogno per essere Gesù. Sia che noi siamo come gli Apostoli, spaventati e chiusi dentro il Cenacolo o come un gruppo di preti spaventati e chiusi dentro la razionalità della loro testa, Gesù ci invita a ricevere l’effusione dello Spirito, così che noi possiamo diventare come Gesù stesso. Essere Gesù non è soltanto questione di ricevere dei doni, ma di usare tutto ciò che ci è stato dato, per una vita vissuta totalmente per il Padre; "non chiunque dice "Signore Signore" entrerà nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la Volontà del Padre mio che è nei Cieli" (Mt 7, 21).

Noi riceviamo lo Spirito nel grado in cui il nostro spirito grida Abbà, e da questo momento noi non viviamo più per noi stessi, ma viviamo come Gesù, guidati dallo Spirito, a dare la stessa vita per fare la volontà del Padre (Rm 8,15).

Il dono dell’effusione dello Spirito è un dono gratuito che il Signore dà in maniera meravigliosa a coloro che glielo chiedono. Ricevere l’effusione è soltanto una conseguenza dell’avere sete di Dio.

Chiedete al Signore di mostrarvi un’area della vostra vita in cui vi sentite incapaci di amare. Ve ne saranno tante: scegliete quella in cui sentite di amare meno. Poi chiedetevi: di quale dono ho più bisogno per assomigliare meglio a Gesù, per poter aiutare gli altri con il suo amore?

Adesso chiedete a Gesù di aiutarvi a volere veramente quel dono cosicché voi possiate amare di più. Come segno del vostro desiderio tendete le mani al Padre con il cuore aperto e disposto a ricevere tutto quello che il Padre vorrà darvi.

Ora guardate Gesù che si trova davanti a voi. Gesù è inviato dal Padre, ascoltatelo mentre vi dice personalmente: "ricevi lo Spirito Santo".

Accogliete ora in voi lo Spirito in ogni cellula del vostro corpo, dalle unghie dei piedi fino ai capelli. In ogni vostra parte, in ogni area della vostra psiche, in ogni parte del vostro essere che desidera amare di più.

Ascoltate Gesù che vi dice: "come il Padre ha mandato me, così io mando te; ricevi lo Spirito in ogni parte che desidera lanciarsi per crescere nell’amore. Ricevilo nelle tue mani, nei tuoi occhi, nelle tue orecchie, nella tua bocca. nel tuo cuore, in tutto te stesso. Ricevi lo Spirito Santo".

Ora continuate a chiedere che lo Spirito continui a riempirvi mentre lo invochiamo cantando "Spirito di Dio scendi su di me, fondimi, plasmami, riempimi, usami". Più profondamente che mai invocatelo in questo canto.